La lettera dei militanti leghisti a Salvini: “Perché allearsi con chi è attirato da fasci e svastiche?”
Sono una ventina i militanti della Lega, tra ex parlamentari e amministratori locali, che hanno scritto una lettera al segretario Matteo Salvini facendogli presente una serie di critiche in vista delle elezioni europee. Parlano di "riflessioni urgenti", ma il succo è questo: all'ultima tornata la Lega superava il 30%, in questa rischia di non arrivare alla doppia cifra e bisogna fare qualcosa per risanare la situazione. Anche perché nonostante il risultato del 2019 il Carroccio non è riuscito a essere protagonista a Bruxelles e a imporre la sua agenda: qualche considerazione va fatta.
"Nonostante la storica affermazione elettorale conseguita, la Lega è stata relegata a un ruolo residuale sia nell'assemblea parlamentare che nelle altre istituzioni europee", si legge nella missiva, pubblicata da La Stampa. I firmatari denunciano un "isolamento politico", che "non ci ha permesso di incidere concretamente nella ricerca della soluzione a problematiche di interesse del movimento, siano esse di natura storica o attuale".
I militanti proseguono: "È inevitabile chiedersi dove sia finito il tradizionale pragmatismo che ci ha sempre portati alla ricerca di collocazioni utili al raggiungimento degli obiettivi" e "dove sia finita la tradizione e giusta distanza che abbiamo sempre mantenuto da tutti gli opposti estremisti".
Questa lettera arriva a qualche settimana dal raduno dell'estrema destra a Roma, organizzato proprio da Salvini, nell'evento di Identità e democrazia. "Perché abbiamo smesso di dialogare con le forze autonomiste e federaliste, per accordarci con chi non ha la nostra repulsione nei confronti di fasci e svastiche?", chiedono ancora i firmatari, sottolineando che alcuni movimento non hanno "NULLA A CHE FARE – scritto in maiuscolo nella lettera, sì – con la nostra storia culturale e politica". E ancora: "Non comprendiamo nemmeno come sia possibile coniugare l'alleanza elettorale con l'Udc di Cesa e quella strutturale in Europa con l'Afd tedesca, due alleanze obiettivamente inconciliabili".
Il documento conclude con la richiesta di chiarimenti rispetto ad alcune candidature. Un chiaro riferimento a quella – per ora ipotetica – del generale Roberto Vannacci, a cui Salvini ha più volte aperto: secondo i firmatari queste voci "renderebbero ancor più difficile il perseguimento degli obiettivi storici del partito"