La lettera dei delegati di Fratelli d’Italia a una scuola di Venezia per fermare la carriera alias
Che la destra sia contraria alla carriera Alias nelle scuole non è una novità. Ora però due esponenti di Fratelli d'Italia nel Veneziano chiamano in causa il reato di falso ideologico e avvertono gli insegnanti che potrebbero essere perseguiti penalmente se acconsentiranno a sostituire il nome anagrafico, quello assegnato alla nascita in base al sesso biologico, degli studenti e delle studentesse transgender. "In una scuola pubblica un partito non può permettersi di dire cose del genere", ha denunciato la preside che ha ricevuto la missiva di FdI.
Facciamo un passo indietro. Al centro di tutta la vicenda c'è il liceo Marco Polo di Venezia, un istituto che da anni si batte per avere maggiore inclusività a scuola. E che abbraccia la carriera alias, permettendo a studenti e studentesse transgender di essere chiamati con il nome da loro scelto, non con quello che è stato attribuito alla nascita.
La lettera di Fratelli d'Italia sulla carriera alias
La preside, Maria Rosaria Cesari, ha ricevuto una mail da parte di due esponenti di Fratelli d'Italia a Anita Menegatto e Andrea Barbini, delegati a "Istruzione" e "Famiglia e valori non negoziabili". I due, "venuti a conoscenza che in alcuni istituti della città è stato avviato un ‘progetto' chiamato ‘carriera alias'", hanno "sollecitato" la dirigenza scolastica a interromperlo, chiamando in causa il reato di falsità ideologica, che "commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, sarebbe perseguibile".
Nella lettera di Fratelli d'Italia si sottolinea che l'istituzione scolastica non è autorizzata a cambiare il nome attribuito per legge alla nascita. Così facendo, ammettendo la carriera alias, i poli scolastici aprirebbero anche al reato di sostituzione persona, si legge ancora nella missiva.
"Preoccupa altresì come sarebbe gestita tale situazione nei bagni e negli spogliatoi e un'imposizione ideologica e di indottrinamento dei ragazzi", proseguono i due delegati di FdI. Per pi concludere affermando di ritenere "inopportuno che la scuola si faccia carico di inserire la carriera alias nel Pof (piano dell'offerta formativa) un progetto puramente ideologico, che non ha scopo di inclusione bensì porterebbe solamente ulteriore confusione nei ragazzi e negli stessi istituti".
La replica della preside del liceo veneziano
Per la preside del Marco Polo si tratta di una lettera "irricevibile". Secondo Cesari, un partito politico "non può permettersi di dire una cosa del genere in una scuola pubblica" e così ha scritto a sua volta a tutti i docenti per chiarire la posizione dell'istituto, che già altre volte in passato era stato al centro del dibattito sulla carriera alias."Come ho scritto nella circolare ritengo sia da stigmatizzare un comportamento che mette nel mirino l’autonomia delle scelte scolastiche. Mi hanno scritto in molti, per dimostrarmi il loro appoggio", ha fatto sapere la preside.
"Le nostre decisioni non sono in discussione. La scuola ha votato la carriera alias, l'abbiamo da due anni. Non sarà certo una mail minacciosa a fermarci", ha aggiunto, precisando che quella stessa mail è arrivata anche ad altri tre istituti sul territorio.
La precisazione dal ministero
Il ministero, da parte sua, prende le distanze da quanto accaduto, pur affermando che si tratti di posizioni completamente legittime: "In relazione alle polemiche suscitate dalla lettera inviata alla scuola di Venezia per la ‘carriera alias', mi preme specificare che è stata un'iniziativa di tipo personale, non concordata né con i dirigenti locali, tantomeno con quelli nazionali di Fratelli d'Italia. Al di là delle, legittime, diverse opinioni, su questioni così complicate e delicate i partiti non devono intervenire sulle decisioni delle scuole", ha precisato Paola Frassinetti, esponente di Fratelli d'Italia e sottosegretaria all'Istruzione ed al Merito.