La lettera ai ragazzi del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara sui “danni del comunismo”
Nell'anniversario della caduta del Muro di Berlino il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha mandato una lettera ai ragazzi e le ragazze nelle scuole in cui ha sottolineato come questa ricorrenza serva per ricordare "l’esito drammaticamente fallimentare" del comunismo. "La caduta del Muro, se pure non segna la fine del comunismo – al quale continua a richiamarsi ancora oggi, fra gli altri paesi, la Repubblica Popolare Cinese – ne dimostra tuttavia l’esito drammaticamente fallimentare e ne determina l’espulsione dal Vecchio Continente. Il comunismo è stato uno dei grandi protagonisti del ventesimo secolo, nei diversi tempi e luoghi ha assunto forme anche profondamente differenti, e minimizzarne o banalizzarne l’immenso impatto storico sarebbe un grave errore intellettuale", si legge.
La circolare prosegue spiegando che il comunismo "nasce come una grande utopia, sogno di una rivoluzione radicale che sradichi l’umanità dai suoi limiti storici e la proietti verso un futuro di uguaglianza, libertà, felicità assolute e perfette". Tuttavia, continua Valditara, "si converte inevitabilmente in un incubo altrettanto grande: la sua realizzazione concreta comporta ovunque annientamento delle libertà individuali, persecuzioni, povertà, morte".
Per il ministro, infatti, "perché l’utopia si realizzi occorre che un potere assoluto sia esercitato senza alcuna pietà, e che tutto – umanità, giustizia, libertà, verità – sia subordinato all’obiettivo rivoluzionario". E pertanto, si legge sempre nella circolare, "prendono così forma regimi tirannici spietati, capaci di raggiungere vette di violenza e brutalità fra le più alte che il genere umano sia riuscito a toccare".
Il ministro Valditara scrive quindi che "da un punto di vista civile e culturale il 9 novembre resterà una ricorrenza di primaria importanza per l’Europa: il momento in cui finisce un tragico equivoco nel cui nome, per decenni, il continente è stato diviso e la sua metà orientale soffocata dal dispotismo" e che "questa consapevolezza è ancora più attuale oggi, di fronte al risorgere di aggressive nostalgie dell’impero sovietico e alle nuove minacce per la pace in Europa".
Infine conclude: "Il crollo del Muro di Berlino segna il fallimento definitivo dell’utopia rivoluzionaria. E non può che essere, allora, una festa della nostra liberaldemocrazia. Un ordine politico e sociale imperfetto, pieno com’è di contraddizioni, bisognoso ogni giorno di essere reinventato e ricostruito. E tuttavia, l’unico ordine politico e sociale che possa dare ragionevoli garanzie che umanità, giustizia, libertà, verità non siano mai subordinate ad alcun altro scopo, sia esso nobile o ignobile. Per tutto questo il Parlamento italiano ha istituito il 9 novembre la "Giornata della libertà". Su tutto questo io vi invito a riflettere e a discutere".
Anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha voluto dire due parole sulla ricorrenza in un videomessaggio pubblicato oggi: "Il 9 novembre 1989 è una data spartiacque nella storia, non solo in quella d'Europa e dell'Occidente, ma in quella del mondo intero. L'abbattimento del Muro di Berlino, oltre a rappresentare la premessa storica per la riunificazione della Germania, segna il tramonto del comunismo sovietico, e con esso dei regimi totalitari che avevano dominato il Novecento europeo. Regimi che avevano conculcato i valori e quei diritti fondamentali che sono diventati un patrimonio comune delle democrazie occidentali e che spesso oggi erroneamente tendiamo a dare per scontati".