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Cosa dice il ddl della Lega che vieta il velo nei luoghi pubblici: carcere per chi “obbliga” le donne

La Lega torna su un suo vecchio cavallo di battaglia con una proposta di legge, a prima firma del deputato Igor Iezzi, che vieta l’uso del velo nei luoghi pubblici. Per chi ‘costringe’ le donne a indossarlo, inoltre, è previsto il carcere fino a 2 anni, una multa fino a 30mila euro e la preclusione della richiesta di cittadinanza.
A cura di Giulia Casula
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La Lega torna su un suo vecchio cavallo di battaglia: il divieto di indossare il velo nei luoghi pubblici. È quanto previsto dalla proposta di legge a prima firma del deputato Igor Iezzi e depositata pochi giorni fa alla Camera.

Lo stop riguarda la possibilità di indossare indumenti "atti a celare il volto, come nel caso del burqa o del niqab" e che il Carroccio vorrebbe proibire "non soltanto per motivi di ordine pubblico", ma anche in virtù del "rispetto della dignità della donna".

La pdl leghista propone di modificare la legge del 1975, che vieta nei luoghi pubblici, o aperti al pubblico, l'uso di caschi protettivi o di altri strumenti che possano rendere difficile riconoscere una persona "senza giustificato motivo". La ratio della norma, è chiaro, ha a che vedere con motivi di sicurezza e ordine pubblico, ben lontani dalla battaglia ideologica contro l'islam condotta Carroccio.

In particolare, la proposta cancella il riferimento al "giustificato motivo" e precisa gli unici casi in cui il divieto non si applica e cioè: "nei luoghi di culto, nei casi di necessità per proteggere la salute propria o di terzi, in materia di sicurezza stradale e per i partecipanti alle gare in occasione delle manifestazioni di carattere sportivo che prevedono l'uso di caschi, nonché nei casi di attività artistiche o di intrattenimento". Queste dunque, sarebbero le uniche circostanze in un cui le donne islamiche potrebbero indossare il velo senza incorrere in una violazione della legge.

Non solo, il testo – composto di quattro articoli – introduce un nuovo reato, quello di ‘Costrizione all'occultamento del volto' che prevede il carcere fino a 2 anni, una multa fino a 30mila euro e la preclusione dalla richiesta di cittadinanza per chi lo compie. In altre parole, il responsabile non potrà ottenere la cittadinanza italiana.

Nello specifico, viene punito "chiunque costringa qualcuno all'occultamento del volto con violenza, minaccia o abuso di autorità ovvero in modo da cagionargli un perdurante e grave stato di ansia o di paura" o ingenerando nella persona "un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto", si legge. La pena inoltre, aumenta della metà se chi viene "costretto"  è un minore o una donna o una persona affetta da disabilità.

All'origine della proposta leghista ci sarebbero  "esigenze di carattere securitario ma, soprattutto, di integrazione", si legge. Le misure dovrebbero difendere "le donne costrette a celare il proprio volto" e affermare il "fondamentale principio per cui non è accettabile nella nostra cultura e secondo i valori sanciti dalla Costituzione e dal Trattato di Lisbona il fatto che la donna possa essere, in qualsiasi modo, indotta a comportamenti e ad abbigliamenti che la pongono in palese stato di sottomissione e discriminazione", sostengono.

Una proposta di "buonsenso – ha definita il leader Matteo Salvini – contro chi non rispetta la nostra cultura e i principi di libertà occidentali", ha scritto su X. "E tolleranza zero per chi costringe in modo oppressivo donne e ragazze a indossare il velo, con carcere e STOP alle richieste di cittadinanza. Siete d’accordo?", ha domandato.

Per le opposizioni invece, il divieto in questione non ha nulla a che vedere con la sicurezza, tantomeno con il rispetto della dignità delle donne, che si esprime anche attraverso la libertà di indossare ciò che si desidera. "La Lega è una forza di governo che non governa ma prosegua la propria lunga e inarrestabile campagna elettorale: lo fa il loro capo Matteo Salvini, lo fanno le sue ‘truppe'", ha commentato la capogruppo di Alleanza Verdi-Sinistra Luana Zanella.

Per la deputata si tratta dell'ennesimo attacco del Carroccio alla comunità islamica. "In questi giorni è stata presentata la proposta di legge per vietare l'uso di indumenti o altri oggetti che impediscano l'identificazione nei luoghi pubblici o aperti al pubblico, insomma per vietare l'uso del velo alle donne islamiche; inoltre è l'occasione per introdurre l'ennesimo nuovo e inutile reato, quello di ‘costrizione all'occultamento del volto'", ha proseguito. "Tutto ciò non ha nulla a che fare con le questioni delle libertà femminili, che richiederebbero ben altro approccio e visione: è la riproposizione di una fobia antislamica di cui non abbiamo bisogno", ha concluso.

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