La Lega vuole tornare ai decreti Sicurezza: arriva la proposta di legge per ripristinarli
La Lega torna alla carica sui decreti Sicurezza. Il 9 marzo in commissione Affari costituzionali alla Camera inizierà l'esame di una proposta di legge lanciata dal Carroccio, con le prime firme di Igor Iezzi e Riccardo Molinari, per imporre una stretta alla "condizione dello straniero in materia di permesso di soggiorno per motivi umanitari" secondo le disposizioni del decreto Sicurezza emanato dal governo gialloverde nel 2018 e modificato da quello giallorosso nel 2020.
La proposta era già stata presentata nel 2021 e ora, con il centrodestra al governo, la Lega punta a tornare a quelle regole. In particolare a quelle che avevano rivisto il concetto di "protezione umanitaria", ritenuto troppo vago e potenzialmente fruibile da troppe persone, secondo l'esecutivo di allora. Che, con il primo decreto Sicurezza, aveva introdotto invece la "protezione speciale", definendo una serie di criteri precisi per poter accedere all'accoglienza. Il governo giallorosso, nato dopo la crisi aperta da Matteo Salvini nell'estate del 2019, aveva però cancellato alcune di quelle disposizioni. E aveva allargato il perimetro entro cui poter richiedere la protezione. Ma ora la Lega vuole tornare alle origini.
"La dimostrazione del fallimento dell’attuale strategia di accoglienza si evince innanzitutto dagli stessi dati degli ingressi irregolari", si legge nella proposta di Iezzi, che afferma anche che siano le modifiche del governo Conte bis alla protezione umanitaria e alla normativa sui rimpatri ad aver causato un aumento degli sbarchi.
"Un sistema di accoglienza come quello attuale, pieno di falle e sbilanciato verso la distribuzione « a pioggia » di titoli di soggiorno, non è in grado di reggere nel medio e lungo termine le sfide che i numeri dell’immigrazione pongono al nostro Paese", si legge ancora nella proposta di legge. I dati a disposizione, in realtà, indicano che il sistema di accoglienza non sia affatto al collasso, ma questo argomento viene comunque utilizzato a favore di una revisione della protezione ai rifugiati.