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La Lega vuole 5 anni di carcere per chi va all’estero e ricorre alla maternità surrogata

Il Carroccio ha presentato alla Camera una proposta di legge che criminalizza la gestazione per altri: prevista anche una multa fino a due milioni di euro.
A cura di Giacomo Andreoli
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Fino a cinque anni di carcere. Tanta è la pena prevista per il ricorso alla maternità surrogata in una proposta di legge presentata alla Camera dalla Lega, dopo il tentativo di blitz a dicembre mentre si votava la Legge di Bilancio.

«Chiunque – si legge nel testo- in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da due a cinque anni e con la multa da 1,2 milioni a due milioni di euro. La surrogazione di maternità è vietata anche se commessa all'estero da cittadino italiano». Discorso simile per la «commercializzazione di gameti o di embrioni», per cui sarebbe previsto il carcere da tre a cinque anni e una multa fino a un milione.

Il Carroccio, dunque, vorrebbe punire chiunque fa ricorso alla gestazione per altri. La pratica è già vietata in Italia, ma permessa all'estero, dove si rifugiano diverse coppie. A posteriori è stata quindi riconosciuta nel nostro Paese da alcune sentenze. La stretta non riguarderebbe solo le coppie omosessuali, anzi. Solo negli Stati uniti ci sono oltre duemila gravidanze di donne che che si donano ad altri, dopo un percorso psicologico che ne dovrebbe escludere del tutto motivi di convenienza economica. Secondo la Surrogate Alternative Inc il 70% delle coppie che lo chiedono sono eterosessuali, il resto omosessuali e anche single. Tanti, infatti, sono i motivi che portano a questa scelta e tra questi anche l'aver subito aborti spontanei ed endometriosi, fenomeni che riguardano moltissime coppie composte da persone di sesso e generi opposti.

Prima firmataria della proposta è Anna Rita Tateo, secondo cui, «le conseguenze sociali, economiche e giuridiche che derivano dal ricorso alla pratica della maternità surrogata da parte di un numero sempre maggiore di coppie sono numerose e di difficile gestione, anche in Italia dove tale pratica è vietata». Quindi, per la deputata, sarebbe necessario «tutelare in maniera omogenea i diritti delle donne e dei bambini oggetto di sfruttamento e di mercificazione, per porre fine a questa moderna forma di schiavitù».

La proposta di legge, infine, specifica che «l'importazione di tessuti e cellule umane deve essere corredata della documentazione dei costi del materiale biologico importato, inclusa la dichiarazione di donazione volontaria e gratuita da parte del donatore».

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