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La Lega si spacca a Varese: contestazioni e striscioni contro il candidato di Bossi

Dopo la nomina di Canton a segretario provinciale di Varese tra le proteste degli altri delegati, la base leghista si ribella e spunta uno striscione di protesta.
A cura di Antonio Palma
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Dopo la nomina di Canton a segretario provinciale di Varese tra le proteste degli altri delegati, la base leghista si ribella e spunta uno striscione di protesta.

I partiti di maggioranza in questi giorni non sembrano essere in grande salute. Mentre il Governo è alle prese con sfide  politiche ed economiche importanti, i due maggiori partiti della coalizione sembrano attraversati da guerre intestine.

Dopo le lotte all’interno del Pdl, questa volta la fronda di oppositori sta mettendo in difficoltà la Lega Nord. Il partito di Bossi, pur stando al Governo da anni, ha sempre vantato come elemento distintivo l’attaccamento alla base, ma in queste ore anche quest’ultimo baluardo sembra stia abbandonando il partito del Sole delle Alpi. Domenica scorsa una quantomeno discussa elezione del segretario provinciale varesino ha scatenato le proteste di molti delegati.

La nomina di Maurilio Canton a segretario provinciale è stata voluta direttamente dal Senatur facendo infuriare gli altri delegati al congresso. La polemica era nata già prima quando, sotto consiglio dello stesso leader, gli altri candidati alla carica si erano ritirati. A questo punto non essendoci stata alcuna votazione, si aspettava un’elezione per acclamazione, ma ai primi mugugni si è optato per la semplice proclamazione dell’unico candidato, Canton, sotto i mugugni dei leghisti in sala. La vicenda non sembra finire qui, visto che questa notte qualcuno ha appeso un lungo striscione di protesta sotto la sede del partito a Varese che recitava “Canton segretario di chi? Di nessuno!!!”, non è detto che non arrivino a breve altre proteste.

La base leghista già percorsa da qualche malumore per le concessioni fatte dal partito alla coalizione di Governo, non ha mai visto di buon occhio candidature poco meritocratiche. Ora però il popolo padano non ci sta più ad accettare personaggi imposti dall’alto e senza il consenso della base e inizia ad intraprendere misure apertamente ostili nei confronti della dirigenza del partito. La cosa è ancora più grave se si pensa che i contrasti nascono proprio nel cuore del popolo leghista, in quella provincia varesina, capitale morale della Padania.

La Lega nord da movimento popolare degli esordi da anni ormai si è avviata lungo quel cammino che l’ha trasformata in un partito vecchia maniera. Nonostante le parole d’ordine non siano cambiate è evidente la nuova svolta partitica del Carroccio, sia per i numerosi Ministri che ha espresso nei vari Governi Berlusconi, che per la spartizione di poltrone e incarichi tra i seguaci.  La famosa formula del partito di lotta e di governo non sembra più funzionare, molti tramano alle spalle del leader e Bossi si difende cercando di sistemare i suoi fedelissimi nei posti chiave.

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