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La Lega non voterà il Patto di stabilità negoziato dal suo ministro Giorgetti

Il Parlamento europeo oggi voterà sul Patto di stabilità, il nuovo regolamento sui bilanci nazionali che i governi dell’Ue hanno negoziato negli scorsi mesi. La Lega si asterrà, nonostante a gestire le trattative sia stato il ‘suo’ ministro dell’Economia: il leghista Giancarlo Giorgetti.
A cura di Luca Pons
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Sul Patto di stabilità la Lega non sosterrà il lavoro fatto dal suo ministro, Giancarlo Giorgetti, titolare del dicastero all'Economia nel governo Meloni. Oggi il Parlamento europeo si riunisce e nella tarda mattinata è previsto il voto sui vari testi che compongono il nuovo Patto di stabilità. Si tratta delle norme fondamentali che regoleranno i rapporti tra i vari Stati membri e la Commissione europea per quanto riguarda i bilanci economici: le regole da seguire sul debito pubblico e non solo. La trattativa per riformare il Patto di stabilità era partita da tempo, ma tutta la parte finale dei negoziati è stata gestita dal governo Meloni.

Quando gli Stati avevano raggiunto un accordo tra di loro su questa riforma, a fine dicembre, il ministro Giorgetti non era stato troppo pessimista: "Ci sono positive e altre meno. L'Italia però ha ottenuto molto e, soprattutto, quello che sottoscriviamo è un accordo sostenibile per il nostro Paese", aveva detto. Evidentemente, però, non la pensa così il suo partito: "La Lega al Parlamento europeo si asterrà sui testi della riforma del Patto di Stabilità. Una serie di provvedimenti che, sebbene migliorati rispetto alla proposta iniziale grazie al lavoro e all’impegno del ministro Giorgetti, rappresentano un compromesso che purtroppo presenta ancora elementi critici", ha commentato il Carroccio con una nota.

Il ministro Giorgetti ieri sera aveva anticipato le critiche, durante l'audizione sul Def: "Non mi aspetto il voto favorevole di tutte le forze politiche italiane, ma mi auguro che i risultati ottenuti dal nostro Paese possano essere tenuti in conto dalle suddette forze", aveva detto. Un riferimento non troppo velato alla Lega, e potenzialmente anche agli altri partiti della maggioranza.

Perché la Lega si asterrà sul nuovo Patto di stabilità

Il patto negoziato da Giorgetti per la Lega sarebbe addirittura "un’occasione mancata da parte dell’Ue, che anziché puntare su un netto cambiamento rispetto al passato, ha scelto di non voltare radicalmente pagina rispetto a un modello economico che ha mostrato in questi anni tutti i suoi limiti, in cui prevale l’aspetto dell’austerity". Il Carroccio chiarisce quindi che l'obiettivo è tornare sul tema in futuro, dopo le elezioni europee di giugno che secondo i sondaggi dovrebbero rafforzare il centrodestra: "Con un’altra maggioranza in Europa, nei prossimi anni sarà possibile apportare quelle modifiche necessarie, verso una maggiore flessibilità e più investimenti pubblici".

Va detto, però, che la posizione dei partiti di centrodestra in Europa non è mai stata particolarmente favorevole a una maggiore "flessibilità" sugli "investimenti pubblici". Questa è una richiesta che viene da alcuni Paesi in particolare, cioè solitamente quelli che hanno un debito pubblico più alto e quindi ne beneficerebbero di più, come l'Italia: qui, tendenzialmente, la maggior parte delle forze politiche (di destra e di sinistra) chiede che le regole Ue siano più morbide per quando riguarda il debito. Anche il Partito democratico non voterà a favore del Patto, proprio perché (tra le altre ragioni) ci sono norme troppo stringenti su "deficit e debito". Lo aveva detto il responsabile Economia dei dem Antonio Misiani a febbraio, definendo l'accordo una "occasione persa", proprio come la Lega.

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