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La Lega festeggia la bocciatura del Mes, e ora Salvini vuole i soldi indietro dall’Ue

Matteo Salvini e gli altri esponenti della Lega festeggiano la bocciatura della ratifica del Mes in Parlamento, rivendicando una battaglia storica: “Siccome l’Italia ha messo dei soldi in questo istituto, visto che non ci serve possiamo anche chiederli indietro”, ha detto il leader del Carroccio.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La Lega sembra essersi tolta un peso. Non è un segreto che nei mesi scorsi il Carroccio abbia temuto seriamente di doverla far passare – alla fine – la tanto osteggiata riforma del Mes. Poi, dopo la chiusura della trattativa sul Patto di Stabilità, è arrivato il via libera per portare il testo sulla ratifica in Aula e farlo naufragare. Matteo Salvini e i suoi esultano, e non potrebbe essere altrimenti. La Lega ha effettivamente attaccato il Mes dal primo momento, fin dalla sua prima approvazione ed entrata in vigore e in tutti i passaggi successivi. Una battaglia storica, prettamente politica, che per trattare con l'Europa si rischiava di abbandonare. La bocciatura del nuovo Mes non è solo una vittoria della Lega, ma anche di chi vuole l'Italia e il governo Meloni schierato più a destra e più lontano dal Partito popolare europeo di Forza Italia (astenuto).

"Sul Mes la Lega non ha mai cambiato idea in vent'anni, è uno strumento inutile se non dannoso che porterebbe un lavoratore italiano a dover mettere dei soldi per salvare una banca tedesca – ha attaccato oggi Salvini, durante vari comizi in giro per il Paese – Il no al Mes non è solo una vittoria per la Lega, ma per l'Italia e gli italiani. Sono contento che anche in questo caso la Lega abbia dimostrato coerenza e competenza, il Parlamento che è sovrano oggi ha detto definitivamente no". Poi ha insistito: "Tutti dicono che il Mes non serviva. Gli altri lo hanno votato, se una cosa non serve io non la voto. Anzi, siccome l'Italia ha messo dei soldi in questo istituto, visto che non ci serve possiamo anche chiederli indietro questi soldi".

Un altro esponente storico della Lega, Claudio Borghi, è stato tra i primi a esultare dopo anni di battaglie contro il Mes: "È un giorno importante per la Repubblica. Dopo tante parole a vuoto, finalmente il Parlamento si è espresso e ha detto no alla ratifica di un trattato pericoloso per la sicurezza del nostro Paese – ha scritto in una nota – È il coronamento di dodici anni di contrarietà della Lega per questo strumento che vide il voto contrario anche nel 2012 nella sua prima versione che ci costò 50 miliardi pagati da Monti con Imu e Fornero. Anche oggi la nostra coerenza ha portato alla difesa della democrazia, dell'economia e dei risparmi degli italiani".

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