La Lega fa il doppio gioco sui vaccini: vota per i brevetti liberi, poi chiede alla UE di tutelare Big Pharma
Ci sono due facce della Lega in Europa. Ma stavolta l’ambiguità non riguarda il rapporto con l’euro e l’appartenenza all’Unione. Stavolta, le contraddizioni entrano nel cuore della campagna vaccinale che deve portarci fuori dall’emergenza Covid. E se in pubblico, il partito di Matteo Salvini si batte per rendere il vaccino accessibile a tutti, in privato ai parlamentari leghisti sembrano stare a cuore soprattutto gli interessi delle case farmaceutiche.
Fanpage ha potuto visionare una lettera riservata, inviata il 24 Febbraio scorso a Stella Kyriakides, Commissaria europea per la Salute. La prima firma è quella di Gianna Gancia, eurodeputata leghista e moglie del senatore del Carroccio Roberto Calderoli. Con lei, a firmare sono altri due colleghi leghisti, Matteo Adinolfi e Lucia Vuolo. Ci sono, inoltre, le sottoscrizioni di alcuni deputati del gruppo dei Popolari, tra cui gli italiani Martuscello e De Meo, e di uno dei Socialisti. Nella missiva, i parlamentari chiedono alla Commissione europea di opporsi con fermezza a una richiesta che pochi giorni dopo sarebbe stata discussa davanti all’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto), l’organismo all’interno del quale si decidono le regole del mercato globale.
Si tratta della proposta avanzata dall’India e dal Sud Africa – ed appoggiata da circa altri cento Paesi – per sospendere temporaneamente le regole sui brevetti dei vaccini contro il Coronavirus. In questo modo, le ricette dei medicinali sarebbero rese liberamente disponibili a chiunque abbia capacità di produrli nel mondo, accelerando la produzione e distribuzione delle dosi su scala mondiale. Una prospettiva contrastata dalle società che hanno creato gli antidoti anti-Covid e che vedrebbero così ridotti i loro profitti. Va ricordato, d’altra parte, che la ricerca in questo campo è stata finanziata in buona parte con soldi pubblici.
Nella lettera inviata alla Commissione europea, gli eurodeputati definiscono la richiesta di rilasciare i brevetti dei vaccini “cieca e ideologica”. Pochi giorni dopo, la proposta sarà bloccata dal Wto, con il parere contrario di tutte le grandi potenze mondiali. Fin qui, si potrebbe parlare di una scelta politica da parte della Lega. Peccato, però, che quando è arrivato il momento di prendere posizione nelle sedi ufficiali, l’atteggiamento dei salviniani sia cambiato totalmente.
Il voto in Parlamento
Il 12 marzo scorso, infatti, il Parlamento europeo ha approvato un emendamento di The Left al “Rapporto sul Semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche”, con cui si chiede che l’Unione tratti i vaccini contro il Covid come un bene comune, garantito per tutti. Nel testo si domanda alla Commissione europea e agli Stati membri di “superare tutte le barriere e le restrizioni, derivanti dai brevetti e dai diritti di proprietà intellettuale” per assicurare la produzione e la distribuzione di massa delle dosi ovunque e a chiunque. L’emendamento è passato con 294 voti favorevoli, compresi quelli degli eurodeputati della Lega. A votare a favore sono stati anche i tre parlamentari leghisti – Gancia, Adinolfi, Vuolo – che solo due settimane prima, in privato, avevano chiesto all’esecutivo Ue di muoversi in senso completamente opposto da quello tracciato dal voto in Parlament0.
"È un doppio gioco che non mi stupisce, non è la prima volta che la Lega lo fa", dice a Fanpage l'autore dell'emendamento in questione, l'eurodeputato di The Left Marc Botenga. "Già a marzo e a giugno scorso – continua Botenga -, la deputata Gancia aveva scritto a tutti i parlamentari chiedendo di co-firmare delle lettere alla Commissione con cui si invocava una forte difesa della proprietà intellettuale". Paradosso dentro al paradosso, l’ultimo episodio è avvenuto negli stessi giorni in cui i canali ufficiali e non della Lega rilanciavano l’intervento nell’emiciclo di Bruxelles della deputata europea Manon Aubry, che accusava la presidente della Commissione Ursula Von der Leyen di essersi inchinata agli interessi di Big Pharma e invitava l’Europa a fare pressione per arrivare al rilascio dei brevetti.
La lettera degli eurodeputati alla Commissione Ue: