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La Lega chiude al governo Monti, ma riapre il Parlamento della Padania

Dismesse le vesti istituzionali, la Lega Nord torna alla funzione che sin dagli albori le è calzata meglio. Con il “no” all’esecutivo tecnico, Bossi & C. riaprono quel Parlamento del Nord sciolto nel 1999 per ridiventare partito di lotta e di giustizia contro Roma Ladrona. La stessa Roma Ladrona di cui ha fatto parte fino a qualche giorno fa.
A cura di Biagio Chiariello
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Bossi riapre il Partito del Nord

Negli stessi istanti in cui il Governo Berlusconi IV spirava, loro erano già fermi sui loro passi: «all'opposizione ci divertiremo». E la Lega Nord è stata di parola: nessun appoggio al governo presieduto da Mario Monti. E' saltato infatti l'incontro previsto per oggi alle 17.15 tra il premier incaricato e la delegazione leghista a Palazzo Giustiniani. Non solo Umberto Bossi, ma anche Marco Reguzzoni e Federico Bricolo erano impegnati a Milano nella sede di via Bellerio per una riunione della segreteria politica già fissata in precedenza. Il Senatùr si è poi limitato a telefonare l'economista neo Senatore a vita, manifestandogli la sua intenzione a dire no all'esecutivo tecnico.

Ma per una porta che si chiude, si apre un portone. O quasi.

A fare chiarezza sul motivo dell'incontro presso la Sede Federale del Carroccio è una nota diffusa da via Bellerio, nella quale si afferma che è stata deliberata «la riapertura del Parlamento della Padania, che tornerà a riunirsi il prossimo 4 dicembre».

Un ritorno alle origini, dunque. A quel 1997 in cui quattro milioni di italiani si recarono alle urne per votare tra le varie forze politiche che confluivano nel Partito del Nord (dai Comunisti ai Cattolici, passando per Leoni e Cattolici Padani, fino ai Liberal-democratici – Forza Padania e Destra padana – Alleanza europea, ed ultima, in quanto a seggi attribuiti, l' Unione Padana Agricoltura, Ambiente, Caccia, Pesca). Prima sede dell'organismo era Villa Riva Berni a Bagnolo San Vito, in provincia di Mantova. Poi, nel 2007 con la riapertura ufficiale Parlamento, gli adepti decisero di spostarsi a Vicenza, nella villa Bonin Maistrello.

E i ministeri al Nord?

Ma con la Lega all'opposizione, resta da scogliere il nodo dei Ministeri. Chiuse dal Tribunale del lavoro perché antisindacali (sentenza accolta con indifferenza dai diretti interessati: «Le sedi di Monza restano aperte e continueranno a lavorare», aveva risposto alla bocciatura il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli), va chiarito quale sarà il futuro delle sedi distaccate dei Ministeri volute fortemente dal Carroccio. «Caduto il governo di Berlusconi e Bossi, i ministeri a Monza, che a parte qualche riunione non sono serviti a molto, rimangono senza padrone», ha affermato Giuseppe Civati. Secondo il consigliere regionale lombardo una bella soluzione sarebbe quella di «restituire quegli spazi al territorio, magari proprio agli studenti dell'Istituto d'Arte che da tempo non dispongono di aule a sufficienza e quelle che utilizzano non sono sempre dignitose».

Così, dismesse le vesti istituzionali, la Lega Nord torna alla funzione che sin dagli albori le è calzata meglio. Partito di lotta e giustizia con gli attacchi a Roma Ladrona, i cappi in Parlamento e le manette tintinnanti in faccia agli inquisiti di Mani Pulite. Condannando quel sistema di presunti corrotti e corruttori, di cui ha fatto parte fino a qualche giorno fa.

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