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La guerra sui tamponi in Veneto: cosa c’è nelle altre intercettazioni di Zaia su Crisanti

Lo scontro tra lo scienziato e senatore Pd Andrea Crisanti e il governatore del Veneto Luca Zaia si fa sempre più acceso. Dalle intercettazioni telefoniche, che Fanpage.it ha avuto modo di visionare, emergono nuovi particolari sulla querelle e in particolare sugli attacchi di Zaia verso lo scienziato.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il nuovo scontro tra il presidente del Veneto Luca Zaia e il microbiologo e senatore del Pd Andrea Crisanti ruota attorno all'utilizzo dei tamponi rapidi antigenici per lo screening in Veneto tra la prima e la seconda ondata del Covid. Per lo scienziato la scelta della Regione Veneto è completamente insensata, perché i tamponi rapidi utilizzati, a differenza dei tamponi molecolari, danno falsi negativi in tre casi su dieci, e quindi lasciano persone infette in circolazione. Crisanti realizza uno studio, i cui risultati vengono poi pubblicati su ‘Nature communications', per dimostrare che l'efficacia del test prodotto dalla Abbott è solo del 70%. Ma non viene ascoltato.

Lo scienziato presenta un esposto, e la Procura di Padova apre un'inchiesta: a luglio viene chiesto il rinvio a giudizio per Roberto Rigoli, direttore della microbiologia di Treviso, perché i pm ipotizzano che non abbia verificato l'idoneità dei test, e per Patrizia Simonato, direttrice generale di Azienda Zero, centrale regionale degli acquisti. Il gip deve ancora esprimersi in merito al rinvio a giudizio dei due dirigenti regionali.

Tra gli atti dell'inchiesta della Procura di Padova spuntano delle intercettazioni telefoniche, di cui dà conto Report nella puntata del 2 gennaio: il programma di Raitre manda in onda stralci delle conversazioni di Zaia con il dg di Azienda Zero Roberto Toniolo, dalle quali emerge un palese nervosismo del governatore leghista, furibondo per una lettera con cui il dg ha rassicurato il Senato accademico dell'Università di Padova circa l'eventualità di una denuncia nei confronti di Crisanti. "Sono qua a rompermi i coglioni da sedici mesi, stiamo per portarlo allo schianto e voi andate a concordare la lettera per togliere le castagne dal fuoco al senato accademico, per sistemare Crisanti", si sfoga il presidente del Veneto.

Toniolo insomma ha spiegato agli accademici che non c'è nessuna denuncia per diffamazione contro lo scienziato (Azienda Zero ha presentato un esposto contro il professore, poi archiviato). Un modo in sostanza per evitare la reazione dell'Ateneo, pronto a difendere Crisanti con una mozione sulla libertà della ricerca e sulla libertà di espressione dello scienziato.

Dopo la diffusione di queste intercettazioni lo scienziato lascia il posto all'Università di Padova, per le intimidazioni subite e per avere le mani libere e potersi difendere legalmente dagli attacchi del governatore e dei suoi collaboratori.

La versione di Luca Zaia

Zaia però nega tutto, anzi parla di Crisanti come un "valido professionista" e dice di aver sempre cercato il lavoro di squadra. Dice che quelle intercettazioni erano decontestualizzate, anzi lui di solito parla in dialetto veneto con i suoi, mentre quelle frasi sono in italiano.

"Un testo riportato per iscritto può avere mille significati a seconda del tono, chissà cosa succederebbe se intercettassero tanti di noi. Il fatto che parlo in veneto non è una battuta, i toni sono diversi dall’italiano". Dal palco dell'Alexander Hall di Cortina, dove due giorni fa ha presentato il suo ultimo libro, Zaia minimizza, e prova a dare la sua versione dei fatti:

Sostanzialmente dico al mio dirigente: è da un po’ che va avanti questa solfa di dire che abbiamo denunciato Crisanti e non è vero. Giustamente il Senato accademico si interrogava su questa cosa, rivendica la libertà di pensiero, cita anche Galileo Galilei: sarei il primo a firmare un loro appello. Allora gli dico: siccome non è vero, teniamoli in sospeso fino alla fine, così poi scoprono che non è vero… potevano andare allo schianto quelli che sostengono questo. Invece no, perché senza confrontarsi, Azienda Zero ha fatto due righe per dire che non è vero e la polemica è sparita. Mi son preso settimane di polemiche, insulti, ti fermano da tutte le parti… noi non abbiamo denunciato nessuno, non abbiamo fatto neanche esposti, non sto giocando con le parole.

Stavo parlando non con un sicario ma col direttore generale, il quale dipende da me, e gli chiedo perché mandare una lettera nel momento in cui andiamo al ‘vedo', perché mi han dato del bugiardo per settimane. Io resto lì a far la figura del bugiardo per settimane.

Cosa c'è nelle intercettazioni delle telefonate tra Zaia e Toniolo

Il governatore leghista insomma non ci sta a fare la parte del cattivo, e rimanda al mittente le accuse di mobbing e le pressioni che Crisanti dice di aver subito. Anzi Zaia dice che al virologo "non sono mai state negate le risposte, gli investimenti".

Ma la realtà, secondo le intercettazioni che Fanpage.it ha avuto modo di visionare, sembra molto diversa. Nelle trascrizioni del colloquio telefonico con Roberto Toniolo, depositate agli atti, sembra esserci un chiaro intento del governatore di colpire lo scienziato.

Zaia si lamenta con Toniolo per la lettera, scritta senza consultare gli avvocati, che Azienda Zero ha inviato all'Università di Padova, in cui si spiega che Andrea Crisanti non è mai stato denunciato.

Io ci metti il culo voi…voi altri ci mettete la bella figura…siete andati a togliergli le castagne dal fuoco…bravi…cosa vuoi che ti dica…fate quel cazzo che volete…cioè è un anno che prendiamo la mira a questo…andate a togliergli le castagne dal fuoco…lui viene fuori che fa anche il padre nobile…complimenti…cosa vuoi che ti dica…a te e anche Flor (direttore generale della Sanità della Regione Veneto, Luciano Flor ndr)…ma Roberto ma come cazzo hai fatto su una vicenda così intricata metterti a scrivere una lettera senza avvisare l'avvocato…

Il presidente Zaia è furioso:

Ma mettiti nei miei panni cazzo…sono qua a rompermi i coglioni da sedici mesi…stiamo per portarlo allo schianto…voi altri andate a concorda…perché dopo è ovvio che l'avete concordato con l'Università…la lettera per togliere le castagne dal fuoco al Senato accademico, per sistemare Crisanti e tutto…bravi […]

Ragiona e mettiti nei miei panni…Flor ovviamente si è guardato bene da dirlo perché Flor cosa vuoi…meno casini ha e più è contento…e io prendo parole…tutti i giorni prendo parole da sto deficiente qua […]

Gli avete fatto un favore giuridico da paura perché adesso se dovesse andare in dibattimento lui tira fuori la lettera e dice …ma nessuno mi ha mai denunciato, se avessero avuto dubbi mi avrebbero denunciato. È stata scritta in punta di fioretto…tutte le lettere mandate in Procura che sono una via di mezzo tra un esposto e una segnalazione…

Toniolo prova a scusarsi ma Zaia lo incalza:

Sono sedici mesi che prendiamo le misure a questo…abbiamo materiale e tutto e noi altri facciamo una lettera così […]

Io mi incazzo poche volte ma sono tanto incazzato perché non si può buttare via il lavoro di sedici mesi in questa maniera qua […] cioè adesso questo qua fa il salvatore della Patria…

La versione di Andrea Crisanti

In un'intervista rilasciata a Fanpage.it lo scienziato dice di essere convinto che Luca Zaia volesse denunciarlo, contrariamente a quanto affermato dal leghista: "Dalle intercettazioni telefoniche di Zaia emerge chiaramente che lui voleva che io fossi denunciato. Il problema è tutto lì. Zaia si arrabbia con Toniolo perché quest'ultimo ha mandato una lettera all'Università di Padova dicendo che quella presentata da lui non era una denuncia ma un esposto. In quelle conversazioni Zaia dice chiaramente che voleva fosse una denuncia, l'hanno presentata tre volte, due volte a Venezia. Hanno presentato un documento accusatorio nei miei riguardi, ora Zaia si sta arrampicando sugli specchi. Ha usato fondi pubblici e le leve del potere per danneggiare un privato cittadino, che aveva avuto l'ardire di non condividere le loro scelte".

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