Dopo la confusione delle ultime ore, comincia ad essere più chiaro il quadro entro il quale si svilupperanno le prossime mosse del Presidente del Consiglio e del Capo dello Stato. Come anticipato, Letta intende presentarsi alle Camere per ratificare lo strappo con il Popolo della Libertà, probabilmente per essere "sfiduciato sul campo" in modo da chiarire di fronte al Paese le responsabilità della fine del Governo. Se, come ormai pare inevitabile, l'Aula di Palazzo Madama certificherà la fine delle larghe intese, Letta rimetterà il mandato nelle mani di Napolitano, il quale "valuterà se esistono soluzioni alternative al ritorno alle urne".
Tradotto in parole povere, Napolitano darà vita a nuove consultazioni per verificare se esiste la possibilità di formare un nuovo Governo. La prima scelta è ovviamente il Letta – bis, un nuovo mandato all'attuale capo del governo con la verifica dei numeri a Palazzo Madama. Ed è questo il vero rebus al momento, la cui soluzione "non è nemmeno nei numeri", per usare un paradosso. Infatti, la maggioranza a Palazzo Madama (considerando i senatori a vita) è a quota 161 e il quadro rispetto a febbraio è mutato solo in minima parte.
I senatori del Partito Democratico sono infatti 108, cui si potrebbero aggiungere i 20 di Scelta Civica ed i 7 di Sinistra Ecologia e Libertà, per un totale di 135. Mancherebbero dunque almeno 26 voti ed è qui che Letta proverà a giocare la sua partita. Un primo aiuto potrebbe arrivare dai cinque senatori a vita, pur con le difficoltà che una scelta "organica" comporterebbe da un punto di vista della prassi politico – istituzionale. Un ulteriore sostegno potrebbero garantirlo i 4 fuoriusciti dal gruppo del Movimento 5 Stelle, così come dal gruppo Grandi Autonomie e Libertà potrebbero arrivare 6 – 8 voti (difficile che i leghisti "tradiscano" Berlusconi alla prova decisiva). Nella migliore delle ipotesi, dunque si arriverebbe a 150 – 152 voti: ancora troppo poco per sperare nel via libera di Napolitano.
Dunque? Ecco, la sensazione è che a determinare l'esito dell'intricata crisi di Governo potrebbero essere i "dissidenti", i fuorisciti, gli "Scilipoti" (le definizioni si sprecano) sia del Movimento 5 Stelle che del Popolo della Libertà. Segnali di nervosismo in entrambi i gruppi si sono manifestati nelle ultime ore (Quagliariello, deputati pidiellini siciliani, i soliti malpancisti grillini) e davvero non è da escludere che anche stavolta il duo Letta – Napolitano possa trovare la quadra.