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La Guardia di Finanza perquisice gli uffici di ArcelorMittal a Milano e Taranto

Blitz della Guardia di Finanza presso gli uffici di Milano e nello stabilimento dell’ex Ilva a Taranto di Arcelor Mittal. L’azienda starebbe collaborando con i militari fornendo tutte le informazioni richieste. Alcuni giorni fà i pm di Taranto avevano aperto un fascicolo sull’ex Ilva: oggi invece il colosso dell’acciaio ha annunciato di aver sospeso il suo piano di spegnimento degli altoforni.
A cura di Annalisa Girardi
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La Guardia di Finanza si è recata presso gli uffici di Milano e nello stabilimento dell'ex Ilva a Taranto di Arcelor Mittal: a quanto si apprende, l'azienda sta collaborando con i militari fornendo tutte le informazioni richieste. Alcuni giorni fa i pm avevano aperto un fascicolo sull'ex Ilva, dopo l'esposto dei commissari del siderurgico. L'ipotesi di reato è ‘distruzione di mezzi di produzione‘ e ‘fatti e comportamenti lesivi dell'economia nazionale‘, addebitabili al colosso dell'acciaio: in altre parole, false comunicazioni di mercato e omessa dichiarazione dei redditi.

Il blitz della Guardia di Finanza risulterebbe da alcune richieste delle procure di Milano e Taranto. I militari stanno acquisendo dei documenti contabili riguardanti l'acquisto di materie prime così come sulla vendita dei prodotti finiti: sotto l'attenzione della Gdf ci sono le ingenti perdite segnalate dalla multinazionale rispetto alla gestione commissariale. L'inchiesta è coordinata dal procuratore di Taranto, Carlo Maria Capristo, con l'aggiunto Maurizio Carbone e il pm Mariano Buccoliero.

Alcune ore fa, ArcelorMittal "ha convocato i coordinatori di fabbrica e ha comunicato che sospende la procedura di spegnimento impianti e riapre gli uffici commerciali, per la vendita del prodotto, in attesa della sentenza del Tribunale di Milano. L'Afo2 al momento resta attivo". L'invito a non spegnere gli altiforni, "fino alla definizione della causa civile", era arrivato ieri dai giudici di Milano.

Per venerdì prossimo è atteso un faccia a faccia tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e Lakshimi Mittal. Nel frattempo il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha incontrato i sindacati, definendo la situazione dell'ex Ilva di Taranto come un grande problema nazionale e incalzando il governo verso la mediazione. Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, ha chiamato alla responsabilità, chiedendo a Conte di "ripristinare tutte le condizioni legislative che c’erano all’atto dell’accordo".

Il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, invece ha commentato: "Ilva non chiuderà. Occorre una soluzione industriale perché l’Italia ha bisogno di un’acciaieria. Auspico una ripresa del negoziato. Questo è un momento delicato. Da Arcelor Mittal è arrivato un primo segnale positivo anche se legato alla vicenda processuale".

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