video suggerito
video suggerito
Opinioni

“La Giunta aspetti il verdetto di Strasburgo”: il piano di Berlusconi per guadagnare tempo

Il ricorso a Strasburgo e la richiesta di una sospensione dell’esame da parte della Giunta per le Elezioni: così il Cavaliere spera di guadagnare tempo ed evitare la decadenza. Forse invano.
89 CONDIVISIONI
Immagine

Come vi abbiamo raccontato, nella giornata di ieri è stata annunciata la presentazione alla Corte di Strasburgo di un documento di 33 pagine alle quali Silvio Berlusconi affida sostanzialmente la sua sopravvivenza politica: un complesso teorema difensivo che chiama in causa gli articoli 7 ("Nulla poena sine lege") e 13 ("ogni persona i cui diritti e le cui libertà riconosciuti nella presente Convenzione siano stati violati, ha diritto a un ricorso effettivo davanti a un'istanza nazionale, anche quando la violazione sia stata commessa da persone che agiscono nell'esercizio delle loro funzioni ufficiali") della Convenzione Europea dei diritti dell'uomo. Una mossa decisa, che nasconde un duplice obiettivo: da un lato mostrare ai suoi (e in seconda battuta al Pd) la determinazione a portare fino in fondo la "battaglia" contro una sentenza ritenuta ingiusta e vessatoria, dall'altro guadagnare tempo ed evitare che la Giunta per le elezioni si esprima sulla decadenza del Cavaliere da senatore.

Ma proprio questo aspetto è il più controverso, dal momento che non è affatto scontato che la giunta per le Elezioni accetti di rinviare l'esame fino alla decisione della Corte di Strasburgo. E non è solo la volontà del Presidente Stefàno e dei gruppi all'interno della Giunta a far pensare che la mossa di Berlusconi risulti inefficace. Già, perché sono in molti, tra costituzionalisti ed esperti di diritto, a far notare le crepe nel ragionamento della difesa berlusconiana. La Repubblica riporta, ad esempio, il parere di Gaetano Pecorella, ex legale di Berlusconi, che prima passa in rassegna l'ipotesi di un ricorso alla Consulta: "Non credo ci siano vie d'uscita, anche perché fra due – tre mesi arriverà la sentenza definitiva sull'interdizione dai pubblici uffici. E non è possibile rivedere la decisione sul processo diritti – Mediaset, poiché il processo è durato dieci anni, mi sembra problematico che queste nuove prove emergano ora. In ogni caso, se anche si andasse alla revisione, la sentenza di condanna non verrebbe sospesa […] E poi non c'è alcun problema di retroattività della legge Severino. La norma dice solo che chi ha certe caratteristiche non può stare in Parlamento. Punto". Ovviamente però, secondo Pecorella, "la giunta dovrebbe aspettare che venga applicata la sentenza sull'interdizione. Così non ci sarebbe alcuna decisione politica, Berlusconi lascerebbe il Parlamento in virtù di una sentenza della magistratura. Solo questo potrebbe salvare la legislatura".

Dubbi che sono messi nero su bianco anche dall'ex presidente della Consulta Piero Alberto Capotosti in un'intervista al Corriere della Sera, secondo cui il ricorso "servirà per dare un po' di colore alle lamentele di Berlusconi, ma non c'è alcuna sospensiva automatica". Infatti, chiude Capotosti: "I tempi della Corte europea sono sempre molto lunghi. Normalmente dura almeno un anno, a volte di più. Non si potrà chiedere di bloccare i lavori della giunta per tutto quel tempo". Resta invece il ricorso alla Corte Costituzionale sulla norma Severino, che "sospende automaticamente il giudizio della giunta". Ma il Cavaliere è disposto davvero a "giocarsi tutto" con questo ulteriore passo?

89 CONDIVISIONI
Immagine
A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views