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La giudice Apostolico non convalida altri 4 trattenimenti di migranti nel centro di Pozzallo

Iolanda Apostolico, giudice del tribunale di Catania, non convalida altri quattro trattenimenti nel centro di Pozzallo, che erano stati disposti dal questore di Ragusa nei confronti di quattro migranti tunisini.
A cura di Annalisa Cangemi
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La giudice del tribunale di Catania Iolanda Apostolico, dopo aver già disapplicato il decreto Cutro e aver così messo in libertà quattro richiedenti asilo, ha deciso di non convalidare i trattenimenti nella struttura di Pozzallo disposti dal questore di Ragusa nei confronti di quattro migranti tunisini.

È il secondo provvedimento in tal senso della magistrata finita al centro delle polemiche. Il centrodestra, la Lega in particolare, ha avviato una campagna mediatica contro di lei, iniziata con la pubblicazione di un video in cui era stata filmata mentre, nell'agosto 2018, protestava contro la decisione dell'allora ministro dell'interno Salvini di non far sbarcare in porto 150 profughi che era stano precedentemente salvati dalla nave Diciotti.

Domenica scorsa un altro giudice di Catania aveva deciso di non convalidare sei trattenimenti. E sempre domenica Matteo Salvini aveva diffuso un nuovo video che riguardava Apostolico, ripresa mentre a una manifestazione scandiva lo slogan ‘siamo tutti antifascisti'. Il filmato pubblicato da Salvini era accompagnato da una didascalia "Catania, coppia che lavora in tribunale tifa con l'estrema sinistra davanti alla polizia", con riferimento alla presenza del marito della magistrata, autore del post del 2018 denunciato dal vicepremier leghista, che terminava con "fanculo Salvini" e a cui la giudice Apostolico aveva messo un like.

La reazione della Lega

La Lega ha reagito alla notizia della nuova sentenza del tribunale di Catania con una nota: "Giustizia o politica? Prima in una piazza dove si insultano le Forze dell'Ordine e si difendono gli sbarchi, poi in tribunale per rimettere in circolazione altri clandestini. Un intervento è necessario, come consentito dalla Costituzione, per rispetto della legge, del buonsenso e del popolo italiano".

Il primo video che è stato pubblicato da Salvini sui social, per cui il vicepremier è stato accusato dalle opposizioni di aver fatto dossieraggio, sarebbe stato girato da un carabiniere, luogotenente a Catania, che ora rischia l'iscrizione nel registro degli indagati e un procedimento disciplinare. L'uomo ha raccontato ai suoi superiori di aver semplicemente pubblicato il video in una chat di amici, tra cui anche molti colleghi. Ma dice di non sapere come sia arrivato nelle mani di Matteo Salvini, che lo ha poi pubblicato sui suoi profili social.

L'onorevole Anastasio Carrà, ex carabiniere catanese e oggi nella Lega, continua a negare di aver avuto un ruolo in questa vicenda: "Ancora con questa storia. No, non sono stato io – ha detto a La Repubblica – Ma rivendico un merito, del quale mi ha dato atto anche Salvini ringraziandomi: sono stato io che l’ho riconosciuta in quel video, che aveva il nostro segretario, e l’ho detto poi pubblicamente, con queste semplici frasi: ‘Sono sicuro di vedere lì la magistrata Apostolico che ha appena bocciato il decreto del governo sull’immigrazione liberando dei tunisini'".

"Diciamo che sono io il primo a fare il nome della magistrata pubblicamente. Da vent’anni lavoro a Catania, prima come carabiniere poi come politico e conosco tutti. E conosco anche il marito di Apostolico, considerato uno molto di sinistra. Dico cose che a Catania sanno tutti. Quando ho visto il video di Salvini l’ho chiamato e gli ho detto il nome della magistrata. Anzi, poche ore dopo l’ho detto pubblicamente che vedevo in quel frame la Apostolico", ha detto ancora Carrà nell'intervista.

Alla domanda se Salvini gli abbia fatto i complimenti, il deputato della Lega ha risposto così: "Certo, perché grazie a me si solleva il polverone. Con questa storia abbiamo guadagnato consensi perché dimostriamo un fatto grave e l’opinione pubblica ci dà ragione". Alla domanda se sia stato un suo ex collega carabiniere a far circolare il video, Carrà ha detto che i carabinieri con il video non c'entrano: "Falso anche questo. Un mio amico fa servizio nel nucleo che guidavo, era mio vice e poi siamo diventati amici fraterni: così l’hanno messo in mezzo. Qualcuno in caserma, che sa che siamo amici, ha fatto il suo nome. E qualcuno è andato anche in procura. Ma non è vero. Posso dire con certezza che i carabinieri in questa storia non c’entrano nulla. Piuttosto mi chiedo come sia possibile che la polizia non abbia una relazione interna che dica che quella magistrata era in piazza".

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