La giornalista francese che intervistò Meloni a 19 anni: “Mi colpì la sfrontatezza nel parlare di Mussolini”
"Giorgia ha 19 anni, milita nel partito da due anni, quando era ancora al liceo e si unì a un collettivo di studenti di destra. Distribuisce volantini e manifesti contro la sinistra". Inizia così l'ormai noto servizio del 1996 andato in onda alla Tv francese e dedicato a Giorgia Meloni. Immagini su cui si è depositato il tempo trascorso e che sono finite al centro del dibattito italiano durante la campagna elettorale lampo per quelle affermazioni dell'allora giovanissima militante: "Credo che Mussolini sia stato un buon politico, quello che ha fatto lo ha fatto per l'Italia". A realizzare quel servizio la giornalista francese Marie De La Chaume, che lavora tutt'oggi per la televisione pubblica francese. Quasi ignara del dibattito scatenato alcune settimane fa, De La Chaume ha condiviso il suo servizio su Giorgia Meloni su Twitter solo nelle scorse ore. L'abbiamo così cercata per sapere quale sia la percezione della leader di Fratelli d'Italia e raccogliere dei ricordi di quel servizio televisivo che oggi ha carattere precursore.
Sapeva che il suo servizio ha generato molte polemiche in questa campagna elettorale?
Mi avevano detto che c'era stato un gran clamore per le dichiarazioni su Mussolini. Non ho dettagli e non ne so molto ma mi hanno parlato di un dibattito importante, che però non è arrivato qui in Francia.
Ricorda come è venuta a contatto con Giorgia Meloni nel 1996?
Ricordo di essere partita per l'Italia col fine di un reportage sulle elezioni. Ho fatto servizi molto diversi tra loro ma ad incuriosirmi molto era l'alleanza di destra, all'epoca tema politico molto centrale in Italia. La logica era quella di approfondire un'area politica che tornava ad avere una certa rilevanza. Quando ho incontrato questi giovani ho notato subito che Giorgia Meloni era la sola donna tra molti ragazzi e questa cosa, per quanto in un certo senso prevedibile allora, mi colpì.
Come riuscì a scovare Meloni al tempo?
Credo di aver preso contatti con il partito che rappresentava proprio per cercare dei giovani. L'idea era quella di raccontare la politica italiana in un momento di evidente cambiamento, attraverso delle figure emergenti.
Ricorda cosa la colpì più di tutto di quella ragazza di 19 anni?
Aveva un aplomb e una sfrontatezza che già al tempo risultavano interessanti e che sono rimasti tali ancora oggi. Mi sono resa conto subito che il suo discorso era già molto disinibito rispetto a temi che al tempo erano tabù, come d'altronde lo sono oggi.
Un passaggio interessante è il dialogo con la madre di Giorgia Meloni, che come lei sottolineava nel servizio l'ha cresciuta da sola. Ricorda una donna molto diversa da sua figlia?
Non ricordo molto della situazione precisa, ho memorie sfumate di questo appartamento romano e di fatto si trattò di una conversazione breve, un passaggio piuttosto rapido. Ritenevo comunque importante riuscire ad andare a trovare sua madre. Una cosa che ricordo è la facilità con la quale riusciva a mettersi in contatto con gli ambienti politici in Italia, tutti possedevano già un telefono cellulare e a mia memoria non era la stessa cosa in Francia. Così riuscii a trovare Giorgia Meloni e ricordo che lei ci aprì le porte di casa sua, occasione che ci permise di parlare con sua madre.
In Italia parliamo per la prima volta della possibilità di una donna premier, cosa che in Francia è accaduta più volte con Le Pen. È un tema che può condizionare la campagna elettorale?
Non sono una specialista del contesto italiano, ma che ci sia un volto femminile con una grande personalità è sicuramente un fattore che può cambiare le carte in tavola. Elemento di analogia è che Meloni, da quel che mi sembra, non sia una femminista così come non lo è Le Pen. Questo mi fa pensare al rischio di un arretramento rispetto ai passi avanti fatti negli ultimi anni e anche a diritti ormai consolidati come l'aborto.
Pensa che l'elemento "donna" possa avere una rilevanza per gli indecisi? O comunque pensa che sia accaduto Francia.
È sicuramente un tema e lo è stato qui da noi, ma non credo che abbia avuto un effetto deflagrante sull'elettorato.
Il tema delle elezioni italiane è sentito nel dibattito francese?
Ne parliamo molto. C'è già un precedente recente con la Svezia e la vittoria dell'estrema destra. Macron è fortemente preoccupato dall'avanzata dell'estrema destra. È qualcosa che impaurisce molto anche per la ricaduta che può avere sulla politica interna, considerando la strategia di Macron stesso che in questi mesi sta provando a contenere l'ondata di destra parlando a quell'elettorato, che è molto preoccupato soprattutto in relazione al tema del potere d'acquisto. Il cuore del dibattito è questo. Ed è una preoccupazione a livello degli equilibri europei.