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Opinioni

La geniale strategia del governo italiano: leggi e provvedimenti per “colpire” i bambini

Nel Governo qualcuno ha preso troppo sul serio le favole dei fratelli Grimm, e ha deciso che la soluzione a tutti i mali passa dal non farla passare liscia ai bambini.
A cura di Saverio Tommasi
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La presidente del Consiglio Giorgia Meloni
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni

Il Governo italiano sgambetta i bambini. Potesse, lo farebbe anche fisicamente. Probabilmente a qualcuno nel Governo hanno rubato le caramelle da piccoli, oppure un giorno sono stati spinti via dall'altalena. Per questo ora il Governo ce l'ha così tanto con i bambini, o forse perché li giudica un obiettivo facile. Tutti a dire "pensiamo ai bambini" però soltanto quando ci sono da vietare i corsi sull'affettività e la sessualità nelle scuole. Per il resto "vieni avanti cretino", per citare un Lino Banfi del 1982.

Non voglio rendere ridicola la vicenda, ma guardandola da fuori ha davvero pochi precedenti nella storia: il Governo sta vessando i bambini e non si capisce perché. Forse qualcuno ha esagerato con i fratelli Grimm.
Lo fa con i bambini italiani e con quelli stranieri, almeno su questo fronte non compie discriminazioni: li colpisce tutti. Non avessero a dire che ne privilegia alcuni al posto di altri, così li colpisce tutti, anche Erode si è modernizzato.
E dunque il Governo (autonominatosi) della famiglia, cambia le leggi, oppure le inasprisce. Contro chi? Contro i più piccoli, avete capito bene. Il Governo ce l'ha con i puerperi, soprattutto, ma anche con i ragazzi e le ragazze che non hanno ancora compiuto 18 anni.

Ci sono infatti almeno quattro punti su cui il Governo italiano ha dichiarato guerra ai minori, vediamoli insieme.

Decreto "Cutro 2"

Con questo decreto si permette di tenere reclusi i minori che hanno più di 16 anni nei centri per adulti fino a cinque mesi. Perché? Perché costa meno e perché si spera che nel frattempo diventino maggiorenni, e mal che vada hanno così risparmiato sui cinque mesi di mancato programma per i minori. Ovviamente, mentre sono rinchiusi in un centro per adulti, non hanno la possibilità di frequentare la scuola, di imparare la lingua, di relazionarsi con i loro pari. Tenere chiusi i minorenni insieme ai maggiorenni – anche se per un periodo di cinque mesi – adultizza delle persone che hanno già, in varie forme e spesso tragiche, vissuto esperienze devastanti. Spessissimo proprio a causa degli adulti. La fuga, il viaggio, gli abbandoni. Minorenni che già vivevano in un contesto inadatto rispetto a quello dove dovrebbe vivere un minorenne (e qualsiasi altra persona) ma dal quale erano riusciti a fuggire. E ora, invece di velocizzare le pratiche scolastiche, o quelle di formazione al lavoro, il decreto "Cutro 2" le rallenta.
Non solo: è stato allungato da 30 a 45 giorni il termine entro cui i minori non accompagnati che hanno meno di 16 anni possono restare in questi centri. Insomma, già i bambini potevano essere già detenuti per un mese, ora quel termine è stato portato a un mese e mezzo, cioè un terzo in più. Non sono "solo due settimane", sono un furto di gioventù, con effetti emozionali anche a lunghissimo termine. Ripeto: bambini e bambine con traumi, a cui viene imposta la posticipazione di ogni possibilità di recupero emotivo, sociale, sentimentale. Per cosa, poi?

I bambini in carcere

Il Governo Meloni ha annunciato un nuovo "pacchetto sicurezza". Se il disegno di legge venisse approvato, permetterebbe di mandare in carcere donne incinte o con figli piccoli, fino a un anno di età.
Oggi è obbligatorio per il giudice rinviare la pena in caso di condanna, dopo sarà discrezionale.
Il governo mostra il pugno duro, però contro i bambini e le donne incinta; esalta l'esibizione della fermezza al posto della cura; tronfio ha pensato a questa norma per combattere "le donne incinte che effettuano scippi sui mezzi di trasporti", lo ha detto esplicitamente, ma ovviamente non funzionerà. O forse a qualcosa sì, servirà: non a diminuire i furti, ma a rendere complicata la gestione della maternità per la donna, e per il bambino il suo primo anno di vita. Nessuna donna, se è davvero questo che preme al Governo, smetterà di rubare se in carcere insieme a lei ci mandiamo anche suo figlio di cinque mesi.
Non solo: questo sarà un problema anche per chi effettivamente lavora all'interno di un istituto detentivo. Perché gestire una donna prossima al parto, oppure un bambino di sei mesi, non sono esattamente lavori da polizia penitenziaria, con tutti i problemi che quel lavoro (e la mancanza di personale) già comportano.

Figli di coppie omogenitoriali

Mai come in questo momento vi è stata l'incertezza sul riconoscimento giuridico di entrambi i genitori per le coppie omogenitoriali.
A fronte di qualche sentenza favorevole, come quella con cui nel 2018 i giudici della Corte d'appello di Venezia avevano imposto al sindaco di Verona di riconoscere i due padri di un bambino nato in Canada grazie alla donazione di ovuli, ci sono state altre sentenze sfavorevoli, talvolta indicando la via dell'adozione come quella migliore da intraprendere. La stessa sentenza di Venezia del 2018 è stata poi ribaltata.
Anche in questo caso l'azione del Governo è semplice: non dare seguito al regolamento europeo che vorrebbe invece uniformare le procedure di riconoscimento dei figli negli Stati dell'Unione europea, e portare così i bambini nati in famiglie omogenitoriali a essere automaticamente riconosciuti come figli di entrambi i genitori anche nel proprio Paese. Il Governo invece non vuole e cavalca ogni inciampo alla realizzazione di questa possibilità. Brindisi a ogni sentenza sfavorevole, e chiodi a tre punte gettati sulla strada dei diritti, già dissestata. E a rimetterci sono i genitori, e di nuovo i bambini e le bambine.

La revisione del Pnrr

Una mossa che probabilmente farà saltare migliaia di posti negli asili nido, quella revisione voluta fortissimamente dal Governo e per cui Meloni aveva esultato una volta ottenuta: "La verità è che ‘impossibile' è la parola che usa sempre chi non ha coraggio, e a noi invece il coraggio non manca".Sempre festeggiamenti sobri, tra l'altro.
Eppure il Consiglio dell'Unione europea, nel 2021, aveva richiesto il 45% di copertura del servizio a livello nazionale entro il 2030. E cosa fa invece l'autodefinitosi "Governo della famiglia"? Taglia centomila posti negli asili nido. Poi però ha promesso subito dopo di rimetterli tramite un doppio Piano, con cifre prese (anche) dalla rimodulazione di altri piani di edilizia scolastica. Per sapere cosa questo vorrà dire nel concreto, e se davvero significherà qualcosa, sarà necessario aspettare. E tenere migliaia di bambini a casa.

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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