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La fuga di massa dei giovani è il vero problema dell’Italia: servono scelte coraggiose

Pubblichiamo un contributo di Nicola Zingaretti, segretario del Partito Democratico: “Mentre i dati Istat mostrano come continui la fuga di massa, soprattutto dei giovani, dall’Italia, senza prospettive occupazionali e opportunità di realizzazione personale e professionale, la priorità del Partito democratico è di creare lavoro di qualità e ritrovare una comune strategia tra le forze di governo per ricostruire fiducia e speranza nel Paese”.
A cura di Redazione
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di Nicola Zingaretti, segretario del Partito Democratico 

Ogni anno decine di migliaia di italiani, in prevalenza giovani, scappano dall’Italia perché hanno perso la speranza di poter trovare nel nostro Paese prospettive occupazionali e opportunità di realizzazione personale e professionale. Scegliere di fare esperienze nel mondo è molto utile, per tutti. Essere costretti ad andare via è diverso. I numeri di questa fuga di massa dovrebbero quindi essere il nostro assillo, la nostra principale preoccupazione, ogni giorno. I dati Istat diffusi ieri ci dicono che solo nel 2018 gli italiani emigrati sono stati 117mila, in dieci anni 816mila. Il saldo tra partenze e ritorni è negativo per 483mila unità tra il 2009 e il 2018, un numero dieci volte più alto di quanto avveniva nei dieci anni precedenti (1999-2008). Come se si fosse svuotata una città più grande di Bologna.

È nella sostanza di questi numeri che si nascondono le ragioni della disillusione e della rabbia di tanti italiani. Non solo di chi parte, ma spesso anche quella di tanti genitori e parenti che devono augurarsi che i loro ragazzi trovino lontano da casa una strada di benessere e soddisfazione. La crisi del modello di sviluppo ha generato un aumento insostenibile della precarietà e delle disuguaglianze. Non dobbiamo condannare un’intera generazione alla marginalità ed è anche qui, in questa dolorosa assenza di risposte da parte dello Stato, che si origina la grande domanda di speranza e di buona politica che arriva oggi forte e chiara dalle piazze italiane: basta con le distrazioni di massa generate dalla cultura dell’odio, ci dicono tanti ragazze e ragazzi, donne e uomini. Dopo il tempo della cattiveria, è il momento che la politica si occupi delle ragioni vere e profonde che rendono fragile e inospitale il nostro Paese. La nostra priorità è creare lavoro di qualità.

Va fatto attraverso un grande investimento per migliorare la qualità dell’istruzione pubblica, l’alternanza scuola lavoro e gli ITS, aumentare la dotazione informatica e la digitalizzazione delle scuole, della pubblica amministrazione e delle imprese. Nuove coraggiose politiche industriali, che partendo dalla trasformazione digitale e dalla rivoluzione green, in sinergia con quanto sta già mettendo in campo anche la nuova Commissione Europea, possano ricostruire un percorso di crescita e sviluppo sostenibile per l’Italia. Apriamo la stagione più ambientalista della storia, dobbiamo dare il via a una nuova era tecnologica che abbia come obiettivo quello di salvare il pianeta, con la consapevolezza che è proprio qui che si creerà nei prossimi anni lavoro di qualità, soprattutto per i più giovani. È il tempo di scelte nette e coraggiose, ad esempio l’Ex Ilva, che può diventare una grande opportunità di sviluppo sostenibile. Esistono le condizioni per lanciare un progetto di politica industriale con forte valenza strategica, economica e sociale per creare a Taranto il leader europeo dell’acciaio verde ecosostenibile. Uno dei maggiori progetti di decarbonizzazione per l’Italia e l’Europa e un’azione grande e concreta per avviare – davvero – una nuova fase di crescita e sviluppo industriale sostenibile, con una forte valenza positiva per occupazione, ambiente e territorio.

Per realizzare questa rivoluzione verde, e in generale, per competere nel mondo, serve all’Italia più innovazione e ricerca. Bisogna quindi superare il precariato dei ricercatori, che scoraggia l’attività di ricerca e affrontare con coraggio l’opportunità del trasferimento tecnologico, ossia di come rafforzare e modernizzare le nostre imprese sfruttando l’enorme potenziale del nostro Paese nel campo dell’alta ricerca e delle università. Valorizzare nella prospettiva dell’economia della conoscenza, gli investimenti nella formazione continua e il recupero di produttività attraverso l’impulso all’innovazione e all’impresa 4.0. I giovani meritano più opportunità per poter dimostrare il proprio valore anche attraverso un periodo di diritto all’inserimento lavorativo a fronte di un giusto compenso e di un’adeguata formazione.

C'è un'Italia piena di energie e competenze che reclama protagonismo, chiede coraggio e politiche innovative. La missione del Partito Democratico nel Governo si misurerà, anche e soprattutto, nella capacità di risposta a questa enorme domanda di futuro. È giusto lavorare per ritrovare una comune strategia tra le forze di governo, ma ora oltre al metodo tra verifica, tagliando, agenda, per ricostruire fiducia e speranza concentriamoci sul merito di scelte di campo nette e coraggiose.

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