Che la pratica lavoro non fosse ancora chiusa era cosa già nota da tempo, così come il fatto che la vera partita si sarebbe giocata intorno al nodo della pubblica amministrazione. Che invece il ministro Fornero trovasse la forza e la voglia di riaprire prematuramente la polemica è invece uno di quei "fatti" che dovrebbero far riflettere chi crede che parole come buonsenso, equità e rigore abbiano ancora il loro significato originario "al tempo dei tecnici al potere". E così capita che di fronte ad una domanda come tante, il tecnico che si commuoveva al solo pronunciare la parola "sacrifici" riesca nel capolavoro di rispondere con una frase che è un misto di populismo, cinismo, insipienza politica e "sprezzo del pericolo":
Quello dei dipendenti pubblici non e' un mercato perche' le regole sono diverse, ma auspico che qualcosa di simile a quello che abbiamo fatto per i dipendenti privati relativamente alla possibilita' di licenziare sia inserito nella delega al ddl anche per i dipendenti pubblici
Il riferimento è ovviamente alla possibilità di licenziare i dipendenti pubblici, questione che (il ministro dovrebbe ben saperlo) agita le folle ma risulta decisamente "fuori contesto", per una serie di motivi dei quali si è discusso infinite volte. Un annuncio spot nell'ambito di una discussione seria e dirimente sulla delega al ddl affidata al ministro Patroni Griffi. Nient'altro, sinceramente. Anche perché la Fornero è reduce da una valanga di critiche sulla questione esodati, sulla quale ha dovuto incassare la dura contestazione di Pierluigi Bersani, che ha parlato di vuoto strutturale e soprattutto di una questione che "non può essere liquidata dicendo arriviamo fin qui perché le risorse sono queste". Che provi ad alzare il tiro sui dipendenti pubblici è cosa che francamente non ci sorprende nemmeno tanto: anche perché non sarà a colpi di slogan populisti che riconquisterà (semmai lo avesse avuto) il consenso degli italiani.
