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La Fornero ci ripensa: Il lavoro è un diritto, non il posto

Puntuale ed ampiamente prevista arriva la smentita del ministro Fornero sulla questione lavoro = diritto. Resta l’ennesima figuraccia, in ogni caso…
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Fornero-WSJ

Puntuale come al solito arriva la smentita del ministro Fornero. O meglio, la precisazione sul senso delle parole consegnate ai taccuini del Wall Street Journal dall'imperturbabile ministro del welfare. Come si legge in una nota rilasciata dal ministero infatti: "Il diritto al lavoro non è mai stato messo in discussione come non potrebbe essere mai visto quanto affermato dalla nostra Costituzione" e la Fornero avrebbe semplicemente parlato della tutela "del lavoratore nel mercato e non a quella del singolo posto di lavoro, come sempre sottolineato in ogni circostanza". Insomma, malgrado la folla dei bastian contrari e degli anticonformisti di professione, di coloro che subito si erano prodigati in apprezzamenti, distinguo e commenti a sostegno, evidentemente la stessa Fornero ha capito di aver detto "una boiata pazzesca".

Un insulto alla Costituzione, senza girarci troppo intorno. Già, perché nonostante la nostra buona volontà non saremmo riusciti ad interpretare "diversamente" parole del genere (testuale dall'intervista al WSJ, ovviamente noto bollettino bolscevico e anarco – sindacalista): "People's attitudes have to change. Work isn't a right; it has to be earned, including through sacrifice". Questo il Fornero – pensiero. Non altro. Poi, se volete, possiamo parlare dei contenuti della riforma, delle fantastiche agevolazioni per i giovani che entrano ora nel mondo del lavoro e delle meravigliose tutele che, malgrado l'opposizione dei sindacati, dei fannulloni statali e dei dipendenti protetti, la "paladina dei precari" è riuscita a portare a mettere nero su bianco nella sua "riforma epocale". Poi, se volete, parliamo anche degli oltre 300mila esodati e della loro incomprensibile protesta: del resto, che sarà mai, sono rimasti senza lavoro e senza pensione…e allora? Poi, se volete, parliamo anche degli strafalcioni sulla pubblica amministrazione e delle "incomprensioni" con quel disinformato di Patroni Griffi, che ancora si ostina a non voler licenziare i dipendenti pubblici. Tanto, male che vada, potremmo sempre smentire dopo qualche ora…

UPDATE – Ad onor del vero riportiamo la trascrizione integrale del colloquio tra il ministro e i giornalisti del WSJ, nella quale non compare la parola "work" ma quella "job":

That includes youth, who need to know a job isn't something you obtain by right but something you conquer, struggle for and for which you may even have to make sacrifices.

La precisazione necessaria non toglie validità "concettuale" a quanto detto sopra e, ad opinione di chi scrive, è quasi paradossale pretendere una sottigliezza linguistica a chi (i giornalisti americani nello specifico) non considera il lavoro come un diritto costituzionale. Sempre ammesso che la Fornero possa spiegare la differenza "sostanziale e concettuale" fra job e work.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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