La foiba di Basovizza vandalizzata poco prima del Giorno del Ricordo, Meloni: “Oltraggiata la nazione”

Alla foiba di Basovizza, a Trieste, sono apparse tre scritte in lingua slava: “Trieste è nostra”, “Morte al fascismo, libertà al popolo” e “Trieste è un pozzo”. È successo quando mancano meno di 48 ore al Giorno del Ricordo. “Oltraggiare Basovizza significa oltraggiare la nazione intera”, ha detto Giorgia Meloni.
A cura di Luca Pons
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Quando mancano meno di 48 ore al Giorno del Ricordo – celebrato il 10 febbraio di ogni anno dal 2004 in memoria delle persone uccise nelle foibe soprattutto nella Venezia Giulia e nella Dalmazia durante e dopo la Seconda guerra mondiale – un atto di vandalismo ha sollevato dure reazioni dal mondo politico. Alla foiba di Basovizza (dichiarata monumento nazionale nel 1992) sono apparse tre scritte in lingua slava.

"Trst je naš", "Trieste è nostra", e "Smrt fasizmu svoboda narodom", ovvero una leggera variazione di "Morte al fascismo, libertà al popolo", il motto dei partigiani jugoslavi che nella Seconda guerra mondiale combatterono fascisti e nazisti. E infine "Trst je bunar", "Trieste è un pozzo", scritta apparsa proprio vicino alla foiba. Nel corso della mattinata, le frasi sono state rimosse. Oggi si è svolta una cerimonia commemorativa a Basovizza in vista del Giorno del Ricordo. Sono in corso le indagini per individuare gli autori delle scritte.

"La foiba di Basovizza è un luogo sacro, un monumento nazionale, da onorare con il silenzio e con la preghiera", ha commentato sui social la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. "Oltraggiare Basovizza, per di più con scritte ripugnanti che richiamano a pagine drammatiche della nostra storia, non vuol dire solo calpestare la memoria dei martiri delle foibe ma significa oltraggiare la nazione intera. Ciò che è accaduto è un atto di gravità inaudita, che non può restare impunito".

"Episodio grave, vergognoso, inaccettabile. Uno schiaffo alla nostra memoria. Affettuosa solidarietà a tutti coloro che portano ancora il peso di questa tragedia, dimenticata e nascosta per troppi anni", ha commentato il leader della Lega Matteo Salvini.

Alla condanna si è unito anche il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, esprimendo "forte indignazione e ferma condanna per questo ignobile gesto, che rappresenta un oltraggio non solo alle vittime delle Foibe, ma anche ai valori di rispetto, memoria e unità che il Giorno del Ricordo intende preservare", e dicendo che i responsabili "saranno individuati e perseguiti con la massima severità".

Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, oggi ha visitato la foiba. "È sempre un atto doveroso nel luogo del ricordo, del silenzio incancellabile che circonda la storia delle foibe. Nessuno potrà mai vandalizzare la verità storica", ha detto. "Delle cicatrici si va orgogliosi ma le ferite non si possono riaprire".

Per il governo anche il vicepremier Antonio Tajani ha scritto: "Oltraggiare la memoria dei caduti delle Foibe significa continuare a perseguitare chi è stato brutalmente ucciso, solo perché era italiano. Condanna per questo gesto così vile che punta solo a minare il dialogo fra popoli che vogliono guardare verso un futuro di pace".

Contattata da Adnkronos, la presidente dell'Associazione nazionale dalmata Carla Cace ha detto che è "un gesto inutile per una realtà storica che è scientificamente accertata. Il resto sono solo rigurgiti di poco conto che dimostrano la disperazione di pochi rispetto alla non accettazione della verità storica. Per fortuna", ha continuato, "posso dire che sono proprio quattro gatti". E ancora: "La tragedia delle foibe non fu solo una tragedia italiana, ma una tragedia europea: oltre agli italiani, nelle foibe ci sono anche gli oppositori politici di Tito, tanti sloveni e croati. Fu una vera e propria pulizia etnica per fini politici".

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