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La Fiat resta in Italia, parola di Sergio Marchionne

Nell’incontro di oggi a Palazzo Chigi, Sergio Marchionne ha assicurato a Berlusconi che la Fiat investirà 20 miliardi di euro in Italia, aumentando la produzione.
A cura di Fernanda Pica
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fiat marchionne

La Fiat resta in Italia: è stata questa la conclusione più importante dell'incontro tra Marchionne e Berlusconi, tenutosi questa mattina a Palazzo Chigi.

Dopo circa due ore, i rappresentanti della casa automobilistica torinese, John Elkann e Sergio Marchionne hanno rassicurato il Governo sulla loro intenzione di investire sull'Italia. In particolare la Fiat perseguirà gli obbiettivi di sviluppo della società nel nostro Paese, aumentando la produzione (da 650 mila si passerà a 1 milione e 400 mila auto) e investendo circa 20 miliardi di euro. Per quanto riguarda la possibilità di dislocare il quartier generale della Fiat a Detroit, Marchionne ha detto che di questa eventualità se ne discuterà nel 2014.

Il ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, ha commentato con soddisfazione: "Il futuro di Fiat, il suo radicamento in Italia, l’effettiva realizzazione degli altri investimenti ipotizzati sono condizionati alla governabilità degli stabilimenti" e aggiunge: "Abbiamo riconosciuto concordemente, governo, regione, comune e provincia l’importanza di relazioni industriali costruttive. È questo il cuore del problema". Mentre Paolo Romani, il ministro dello sviluppo economico ha affermato che gli investimenti della Fiat in Italia rappresentano "un punto di partenza per una azienda che vuole investire nel mondo intero, anche aprendo nuovi mercati".

Meno entusiasta dell'incontro tra Fiat e Governo, è il segretario della Cgil, Susanna Camusso, che definisce il vertice di questa mattina "una passerella" e ha commentato :"Quando una grande impresa, fondamentale per il Paese annuncia un piano, il Governo dovrebbe chiederle di conoscerlo, di capire che conseguenze ha, come si struttura e come le alleanze internazionali possano influire o meno".

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