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La durata del Green Pass potrebbe cambiare ancora: l’Ue verso regole comuni per tutti i Paesi membri

“Dopo cinque mesi il Green pass perde ogni giorno un po’ di validità rispetto alla circolazione del virus: in un momento di alta circolazione come questo bisogna anche pensare di ridurre la durata del pass”, ha commentato Guido Rasi, ex direttore dell’Ema. Nei prossimi giorni dovrebbe pronunciarsi anche la Commissione europea per arrivare a regole comuni sulla durata della Certificazione in tutti i Paesi Ue.
A cura di Annalisa Girardi
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Mercoledì in Parlamento, giovedì a Bruxelles, Mario Draghi ha confermato la decisione dell'Italia di attivare una stretta sulle regole per gli spostamenti tra Paesi Ue e Green Pass. Non solo: al Consiglio europeo Draghi avrebbe anche spinto per una revisione della durata della Certificazione Covid, chiedendo a tutti i Paesi di adottare la stessa linea. Al momento, infatti, sulle tempistiche di scadenza gli Stati membri vanno ognuno per conto suo. L'Italia in questo senso ha recentemente cambiato le regole, riducendo la durata del Green Pass da vaccino e adattandola alle evidenze scientifiche per cui la protezione inizia a calare già dopo il quinto mese dalla seconda dose.

Serve quindi un coordinamento a livello europeo e su questo punto dovrebbe pronunciarsi a breve anche la Commissione, fornendo una serie di indicazioni per allineare le normative nazionali.

Ma come dovrebbero essere riviste le regole? Secondo Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell'Ema (Agenzia europea del farmaco), la durata deve essere abbassata a cinque mesi. "Dopo cinque mesi il Green pass perde ogni giorno un po’ di validità rispetto alla circolazione del virus. Se fossimo in una situazione di bassa circolazione non sarebbe un problema, ma in un momento di alta circolazione come questo bisogna anche pensare di ridurre la durata del pass", ha detto, ospite della trasmissione Buongiorno su Sky Tg24. Ovviamente la riduzione della durata impone anche la somministrazione della dose booster al quinto mese dal completamento del ciclo.

Potrebbe quindi essere un incentivo per le prenotazioni della terza dose, che sappiamo essere in grado di alzare nuovamente il livello di protezione del vaccino, al quinto mese e senza pericolose attese o tentennamenti. Una riflessione, secondo Rasi, si imporrà comunque tra una decina di giorni, "quando si saprà di più sulla Omicron". A quel punto i governi saranno chiamati a intervenire: si attende però che si pronunci la Commissione europea, in modo che gli Stati membri operino tutti sulla stessa lunghezza d'onda.

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