La deputata No Vax Cunial potrà entrare alla Camera senza Green pass
La deputata del gruppo Misto Sara Cunial, nota per le sue posizioni No Vax, è riuscita a far valere le sue ragioni: potrà entrare alla Camera senza esibire il Green pass. La parlamentare ha infatti vinto il ricorso presentato per essere ‘esentata' dall'obbligo del certificato verde in vigore a Montecitorio, come in ogni altro luogo di lavoro. Il ricorso è stato accolto dal presidente del collegio di appello della Camera dei deputati, Andrea Colletti (L'Alternativa c'è).
Cunial, che è stata espulsa dal M5s nel 2019, potrà quindi partecipare ai lavori parlamentari normalmente, senza mostrare alcun certificato che attesti l'avvenuta vaccinazione, la guarigione o un tampone negativo, aggirando così le norme di sicurezza anti Covid in vigore in Italia. Il presidente del collegio di appello della Camera, come spiega ANSA, ha accolto, con un decreto cautelare monocratico, la richiesta di sospensiva della delibera con cui il collegio dei questori ha introdotto l'obbligo del green pass per accedere a tutte le sedi della Camera.
Sara Cunial aveva presentato ricorso contro la delibera dei questori, e come lei anche altri deputati e dipendenti della Camera, al Consiglio di giurisdizione, il tribunale interno di primo grado di Montecitorio presieduto da Alberto Losacco (Pd), chiedendone una sospensiva immediata, motivandola con la sua necessità di entrare alla Camera per votare.
Il ricorso era stato respinto, e l'udienza del Consiglio era stata fissata per l'1 dicembre. Ma Cunial si è rivolta al presidente del collegio di appello della Camera dei deputati Andrea Colletti che ha invece accolto il ricorso, in considerazione del dovere di consentire alla deputata di esercitare il mandato di rappresentanza popolare. La deputata potrà quindi accedere alla Camera almeno fino al prossimo primo dicembre, quando si pronuncerà il Consiglio di giurisdizione di Montecitorio.
"La motivazione è soltanto di ordine costituzionale come riporta il decreto che ho già notificato sia alla Camera che alla ricorrente che al tribunale interno di primo grado", ha spiegato Colletti.
"Il punto è che non si può non permettere a un parlamentare di rappresentare tutta una parte di elettorato per una motivazione che non ha un carattere chiaramente sanitario ma che rischia di averne uno più burocratico, diciamo". AdnKronos ha chiesto a Colletti se dunque non consideri il green pass una misura sanitaria. "Nel decreto c'è scritto che non può entrare chi è positivo e chi è in quarantena. Sono queste le motivazioni sanitarie".
Al momento il caso della deputata Cunial è l'unico sollevato. "A livello di parlamentare a me è arrivato solo il ricorso della Cunial ma so che dovrebbero esserci altri casi all'esame del primo grado. Poi ci sono ricorsi anche di dipendenti della Camera e su questi, avendo profili diversi, ci riserviamo di decidere".
"Io devo far rispettare l'interpretazione dei diritti costituzionali, non faccio questioni politiche. Del resto ci troviamo in una situazione del tutto inedita. La decisione del collegio dei questori sul green pass è esplosiva, non si era mai avuta una cosa del genere nella storia di Montecitorio", ha aggiunto Colletti.
Le reazioni
Esulta la deputata Cunial: "Sono molto soddisfatta di apprendere che l’esercizio del mandato di rappresentanza popolare sia ancora in vigore nel nostro Paese. Da domani tornerò in Aula senza mostrare alcuna tessera di regime, coerente con me stessa, la nostra Costituzione e quella parte di popolo italiano che sta lottando contro insane, insensate e criminali restrizioni che umiliano la nostra democrazia e la nostra intelligenza", ha commentato la parlamentare del Misto, assente dall’Aula dal 15 ottobre scorso, da quando cioè è scattato l'obbligo di certificazione verde in tutti i luoghi di lavoro, comprese le aule parlamentari.
"Oggi tutti i miei colleghi parlamentari dovrebbero gioire della decisione del presidente del collegio d'appello Andrea Colletti, di accogliere, con un decreto cautelare monocratico, la mia richiesta di sospensiva della delibera con cui il collegio dei questori ha introdotto l’obbligo del Green pass per accedere a tutte le sedi della Camera".
"Così come tutti si sarebbero dovuti opporre con ogni mezzo per impedire che la nostra Democrazia fosse calpestata e mortificata fino a tal punto. Purtroppo sempre meno uomini liberi e integri siedono nel nostro Parlamento. Per fortuna sempre di più ce ne sono fuori. Uomini e donne che conoscono il valore delle proprie scelte e il peso delle proprie azioni e che non sono più disposti ad abbassare la testa di fronte a quelle che ormai sono diventate vere e proprie angherie, illegittime, incostituzionali e immorali".
"Nell’attesa dell’esame del Consiglio di giurisdizione ringrazio la dott.ssa Tiziana Locatelli, che ha redatto l’atto con l’ausilio del prof.re Daniele Trabucco e l’avvocato Nino Moriggia che lo ha presentato – ha detto ancora Cunial –. Grazie al loro lavoro tornerò in aula a rappresentare tutti coloro che, oggi come ieri, sono disposti a dare la Vita per veder riconosciuti i diritti e le libertà di tutti”.
"Se l'argomento del Presidente Colletti per consentire alla deputata Cunial di entrare senza green pass contro una normativa regolarmente approvata è che una parte di elettorato che la pensa come lei debba essere rappresentata, consentiremo anche ai parlamentari sostenitori dei nudisti di entrare nudi? Avevamo la senatrice Poretti nella XVI legislatura che difendeva i nudisti ma lei non lo chiese mai", replica il deputato del Pd Stefano Ceccanti.
Per il questore della Camera Gregorio Fontana quella di Colletti è una decisione "inammissibile, irrituale, irrazionale e irresponsabile che stabilisce che, a differenza degli altri cittadini, i deputati possono fare a meno del passaporto sanitario".
"Questa decisione presa, dall'esponente della formazione Alternativa c'è, in maniera solitaria, è ispirata dalla peggiore deriva no vax", ha detto ancora il parlamentare azzurro. "Di fronte a questa situazione, mi auguro che, al più presto, l'organo di giurisdizione interna competente si esprima collegialmente sconfessando questa decisione monocratica inaccettabile fondata su una malintesa affermazione di libertà e una distorta concezione dei diritti".