La deputata di Fratelli d’Italia che ha preso 7 multe e ha chiesto al governo di rimuovere l’autovelox
L'autovelox di Pai, una frazione di Torri del Benaco in provincia di Verona, continua a far discutere. Negli ultimi giorni sono rimbalzate un po' ovunque le parole del sindaco, Stefano Nicotra, che ha convocato un convegno sulla sicurezza stradale e ha parlato anche del famoso autovelox. Il primo cittadino del comune veneto ha tirato in ballo la deputata Alessia Ambrosi – che al momento ha deciso di non replicare – sostenendo che tra le molte persone multate per aver superato il limite fissato a 50 km/h ci sarebbe anche lei. E non sarebbe accaduto una volta sola: sono ben sette i verbali recapitati alla parlamentare di Fratelli d'Italia.
"Le infrazioni sono state giustificate dalla deputata come necessità, perché era in campagna elettorale e doveva correre", ha detto Nicotra accusando la parlamentare, che per ben quattro volte avrebbe superato i 90 km/h secondo l'apparecchio per il rilevamento della velocità. E ha aggiunto: "Anch’io ho preso nove multe all’autovelox di Punta San Vigilio, nel Comune confinante al mio, ma non ho certo pensato di ricorrere. Mi sono solo dato del pirla".
Al di là della personale interpretazione del sindaco, però, resta un fatto: Nicotra se l'è presa direttamente con Ambrosi perché la deputata ha presentato un'interrogazione parlamentare al governo, chiedendo ai ministri dei Trasporti, Interno e Made in Italy di intervenire. Nel testo si legge:
Al Ministro dell'interno, al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
secondo quanto risulta da numerosi articoli di stampa locale, l'autovelox installato il 14 agosto 2022 da parte dell'amministrazione comunale a Pai di Torri del Benaco, in provincia di Verona, avrebbe irrogato, dal 14 agosto fino al 30 ottobre 2022, oltre 14 mila sanzioni amministrative pecuniarie e, per circa l'80 per cento dei casi, per motivazioni legate al superamento del limite di velocità avvenute soltanto per 10 chilometri orari in più rispetto ai 50 chilometri orari vigenti previsti in quel tratto di strada regionale;
la collocazione dell'autovelox nel suesposto tratto, secondo quanto risulta all'interrogante, sta penalizzando fortemente i residenti dei comuni limitrofi, per la maggior parte lavoratori pendolari, che percorrono quotidianamente la strada statale 249 Gardesana Orientale;
al riguardo, l'interrogante rileva come i medesimi articoli di stampa evidenzino anche del contemporaneo recapito (avvenuto a centinaia di automobilisti) di decine di contravvenzioni, notificate un'unica volta anche se effettivamente irrogate in giornate e/o mesi differenti;
tali notifiche da un lato, impediscono agli automobilisti di essere a conoscenza della violazione stradale, dall'altro stanno causando prevedibili danni economici con la conseguente decurtazione dei punti della patente;
l'interrogante evidenzia altresì che il 13 gennaio 2022 (ovvero 150 giorni successivamente all'installazione dell'autovelox) il medesimo comune di Torri del Benaco ha disposto il montaggio di ulteriori cinque cartelli che segnalavano la presenza dell'apparecchio (di cui due con luce lampeggiante) mentre prima l'autovelox risultava praticamente «occultato» da un'altra cartellonistica. Tuttavia il dispositivo ha funzionato ventiquattro ore su ventiquattro per cinque mesi senza tale cartellonistica aggiuntiva. L'interrogante segnala inoltre che il palo su cui si sorregge l'autovelox è stato impiantato ex-novo al margine della carreggiata, nel centro di un marciapiede, con conseguenti pericoli in caso di incidenti e problemi di intralcio per le carrozzine in uso alle persone diversamente abili;
E ancora:
in relazione alle suesposte osservazioni, a giudizio dell'interrogante, la strada statale 249 Gardesana Orientale non possiede i requisiti previsti dalla vigente normativa, considerato che l'installazione degli autovelox fissi è consentita, secondo il nuovo codice della strada e in base a diverse sentenze della Corte di cassazione in materia, soltanto lungo le cosiddette «strade a scorrimento», ovvero carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico, ciascuna con almeno due corsie di marcia, ed una eventuale corsia riservata ai mezzi pubblici, regolate da semafori a tutti gli incroci e in aree per la sosta solo esterne alla carreggiata;
l'interrogante rileva ancora come gli autovelox fissi possono essere autorizzati dalla prefettura esclusivamente a seguito di un sopralluogo (solitamente) da parte della polizia stradale, e soltanto previa dimostrazione che la strada sia effettivamente considerata pericolosa per l'incolumità degli automobilisti;
risulta conseguentemente urgente e necessario, a parere dell'interrogante, avviare adeguate iniziative volte a verificare presunte irregolarità nell'installazione dell'autovelox suesposto, in considerazione delle numerose criticità che emergono e richiamate in precedenza –:
quali valutazioni di competenza i Ministri interrogati intendano esprimere, con riferimento a quanto esposto in premessa;
se siano state effettuate analisi sull'incidentalità negli ultimi cinque anni nel tratto in cui è stato posizionato l'autovelox e, in caso affermativo, se non ritengano opportuno renderle note;
se l'autovelox installato risulti essere effettivamente omologato da parte del Ministero delle imprese e del made in Italy;
quali iniziative di competenza i Ministri interrogati intendano infine intraprendere, nel caso fossero accertate irregolarità nell'installazione e nel funzionamento dell'autovelox, considerato che, a parere dell'interrogante, emergono evidenti profili di criticità nella regolamentazione e nell'uso di tale strumentazione, posta in essere dall'ente locale citato.
Secca la replica del sindaco, in risposta ai punti sollevati dalla deputata: "L’autovelox è regolarissimo, c’è la documentazione che lo dimostra e la porteremo in procura". È evidente che questa storia, finita in Parlamento, non finisca qui.