La denuncia dei medici: “Il governo permetterà ai vertici dell’Ordine di approvarsi da soli i bilanci”

Con una misura inserita all'interno di un disegno di legge, appena approvato dal Senato, che contiene una serie di misure in materia di sanità, la maggioranza di governo punta a consentire ai vertici degli Ordini delle professioni sanitarie di approvare i propri bilanci, senza più passare dal voto dell'assemblea degli iscritti. L'associazione di medici Amire – che ha sollevato il caso – parla di: “una decisione senza precedenti nel diritto pubblico internazionale, un’autocertificazione che nega ogni forma di trasparenza e controllo democratico”.
Il riferimento è all'articolo 13 del testo che – dopo l'approvazione del Senato – passerà ora al vaglio della Camera. La norma cambia le regole di funzionamento degli organi di autogoverno di medici, farmacisti, infermieri e degli altri professionisti del mondo della sanità. Oggi, i Consigli direttivi dei diversi Ordini professionali deliberavano i bilanci preventivi e consuntivi, che poi devono però essere approvati dall'assemblea degli iscritti, dove possono essere ovviamente sollevate osservazioni o obiezioni.
I bilanci fatti in casa
Se la modifica entrerà in vigore, invece, sarà l'organismo di governo degli Ordini ad approvare i conti. In altre parole, gli stessi consiglieri che decidono i bilanci saranno quelli che poi li approvano. In quest'ambito ovviamente potranno stabilire anche eventuali aumenti dei propri emolumenti o gettoni vari e blindarli, senza passare dal controllo dell'assemblea degli iscritti. E questo, nonostante il fatto che le finanze degli organismi siano interamente alimentati dai contributi versati da chi vi aderisce.
Ai semplici iscritti agli Ordini delle professioni sanitarie resterà solo la possibilità di fare ricorso contro le decisioni prese dal Consiglio, con un percorso decisamente più impervio e difficoltoso, rispetto alla possibilità di esprimersi prima, in sede di approvazione dei bilanci. La norma viene giustificata con la necessità di semplificare l'iter, ma certo rischia di sacrificare la trasparenza del processo.
"È come se la giunta di un Comune approvasse il bilancio, senza chiedere il voto del consiglio comunale o se il bilancio di un condominio fosse approvato dall'amministratore anziché dall'assemblea dei condomini", sostiene Amire, associazione di medici nata per chiedere la riforma dell'Enpam (l'ente previdenziale di categoria), da anni molto critica verso la gestione economica dei vertici della professione.
Amire definisce la norma "illogica e irrazionale" facendo appello al parlamento per bloccare "la proposta shock" del governo e chiedendo invece di introdurre reali meccanismi di partecipazione democratica all'interno degli organismi di rappresentanza delle professioni sanitarie. Al Senato però il testo è passato così com'è e difficilmente nel passaggio a Montecitorio ci sarà spazio per modifiche.