La crisi non è uguale per tutti: cancellati i tagli agli stipendi dei Ministri
“Tale personale ricopre una carica politica e non è titolare di un rapporto di lavoro dipendente”. Chi è il personale in questione? A quanto scrive il quotidiano economico Italia Oggi stiamo parlando dei Ministri e dei sottosegretari del Governo.
Con questa “motivazione”, che si legge in una circolare del Ministero dell’Economia (la 150 dell’11 ottobre 2011) nella quale si parla dei tagli ai supercompensi della pubblica amministrazione, coloro che prima hanno scritto la “cura” per salvare l’Italia dalla crisi ad un tratto si tirano fuori dai giochi e smettono di dare il loro "contributo" alla causa.
I tagli di cui parla la circolare infatti dovevano inizialmente interessare anche quei ministri e sottosegretari che però, a quanto pare, ricoprono appunto “una carica politica e non sono titolari di un rapporto di lavoro dipendente” per cui, in poche parole, non rientrano (o forse sono riusciti a non farli rientrare?) nella categoria dei superpagati della pubblica amministrazione e non dovranno subire alcuna decurtazione dallo stipendio.
Tra le varie misure anti-crisi adottate già l’anno scorso c’era infatti un decreto (78/2010) che prevedeva che dal primo gennaio 2011 al 31 dicembre 2013 chi guadagnava oltre 90mila euro lordi annui nella pubblica amministrazione avrebbe subito una riduzione del compenso del 5% per la parte oltre il tetto dei 90mila, allo stesso modo per chi percepiva oltre 150mila euro lordi e annui, la riduzione saliva al 10% per la parte oltre il tetto. In osservanza di tale decreto, dall’inizio dell’anno ad oggi, anche tali componenti dell’esecutivo avevano subito il loro taglio allo stipendio. Evidentemente però lo Stato si era sbagliato: alla luce infatti della motivazione prima riportata, ai ministri e ai sottosegretari andrebbe restituito tutto quello che il fisco gli ha tolto in questi mesi. A novembre “si darà corso al rimborso di quanto trattenuto”, insomma per loro (ma solo per loro), tutto ritornerà come prima.
Mentre siamo tutti in attesa di un decreto sviluppo che dovrebbe definire la crescita di un Paese nel pieno di una crisi economica e mentre tutti cerchiamo di rispondere in ogni modo ai sacrifici che ci vengono imposti dall'alto, lo Stato si permette però di stabilire che non è giusto togliere soldi proprio a quei Ministri che, almeno da quello che avevamo capito e da quello che quantomeno speravamo, avrebbero potuto e dovuto rispondere alla crisi come tutti gli altri cittadini.
Evidentemente però la crisi non è uguale per tutti.