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La criminalità organizzata aiutò le Brigate Rosse nel sequestro Moro, dice la Commissione Antimafia

Nelle conclusioni della relazione finale della Commissione Antimafia, viene sottolineato che si può “legittimamente ritenere” che nell’organizzazione del sequestro Moro i brigatisti siano stati aiutati dalla criminalità organizzata.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Secondo la Commissione Antimafia, la criminalità organizzata ha aiutato le Brigate Rosse nel rapimento di Aldo Moro. Nella relazione finale sulle "risultanze di un supplemento di acquisizioni investigative sull'eventuale presenza di terze forze, riferibili ad organizzazioni criminali, nel compimento dell'eccidio di via Fani", la Commissione Antimafia della XVIII legislatura conclude confermando la concreta possibilità di un aiuto esterno nell'organizzazione e nella realizzazione del sequestro che ha segnato indelebilmente la storia d'Italia. In uno degli ultimi passaggi del testo si legge:

In conclusione, si può legittimamente ritenere che nell’organizzazione di un’azione che comportava capacità strategiche elevate e una notevole preparazione militare di cui i brigatisti, per loro stessa ammissione, non disponevano, sia stato chiesto ed ottenuto l’apporto, con qualche contropartita, di uno o più soggetti che potevano assicurare la propria esperienza, tanto nell’uso delle armi da fuoco in condizioni difficili, quanto nella gestione dei sequestri di persona.

Nel testo si fa riferimento a membri della ‘Ndrangheta e della Banda della Magliana, e torna la figura di Giustino De Vuono, legato alla criminalità organizzata e responsabile del rapimento di Carlo Saronio. Si legge ancora nelle conclusioni:

Un apporto facilitato dal fatto che, se fosse verificato il contributo di De Vuono, potrebbe ipotizzarsi un saldo tramite tra la criminalità organizzata e la criminalità politica.

Le conclusioni tratte dalla Commissione Antimafia, però, non sono sufficienti – viene sottolineato nella relazione finale – a poter segnare come compiuto il lavoro di indagine sulla strage di via Fani:

Con quanto esposto non si esaurisce certo, anche in ragione del breve tempo che è stato disponibile per affrontare i quesiti posti dall’attività che la Commissione si era prefissa di svolgere, il macrotema del complessivo comportamento delle Brigate Rosse e delle determinazioni assunte dallo Stato durante i 55 giorni del sequestro Moro. Tuttavia, le riflessioni e gli spunti di conoscenza esposti, letti anche in sinergia con l’attività delle precedenti Commissioni inquirenti, possono consentire di illuminare meglio alcuni dei punti ancora meritevoli di approfondimento e si auspica possano essere di utilità per le indagini ancora aperte presso la Procura e la Procura Generale di Roma.

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