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La crescita del Pil nel nostro Paese si è interrotta in primavera, avverte Bankitalia

È Bankitalia a dare conto della situazione economica nel nostro Paese, nell’ultimo bollettino economico che aggiorna le previsioni dello scorso mese: la crescita del Pil risulta azzerata in primavera, ma la previsione per il 2023 rimane comunque dell’1,3%.
A cura di Annalisa Girardi
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Si è interrotta la crescita del Pil in Italia. Se nei primi mesi del 2023 si era assistiti a un rimbalzo, in primavera il Pil è rimasto pressoché invariato. È Bankitalia a dare conto della situazione economica nel nostro Paese, nell'ultimo bollettino economico che aggiorna le previsioni dello scorso mese. Sebbene la crescita del Pil risulti azzerata in primavera, la previsione per il 2023 rimane comunque dell'1,3%, mentre dovrebbe scendere nei prossimi due anni, fermandosi allo 0,9% nel 2024 e all'1% nel 2025.

A causare l'arresto di questi mesi ci sarebbero soprattutto una contrazione dell'attività manifatturiera (su cui grava l'indebolimento del ciclo industriale a livello globale) e un ritmo più contenuto dei consumi.

"Il quadro macroeconomico continua a essere caratterizzato da forte incertezza. I rischi per la crescita sono orientati al ribasso e legati in particolare all'evoluzione del conflitto in Ucraina e alla possibilità di un irrigidimento delle condizioni di finanziamento maggiore di quanto atteso. I rischi per l'inflazione sono invece bilanciati e includono, al rialzo, una trasmissione incompleta della recente discesa dei prezzi dei beni energetici e, al ribasso, un deterioramento più marcato e duraturo della domanda aggregata; rimangono contenuti i rischi di una spirale salari-prezzi", si legge ancora nel bollettino di Bankitalia.

Per quanto riguarda l'inflazione, secondo la Banca d'Italia, solo nel 2024 ci sarà una brusca frenata: "L'inflazione si porterebbe al 6% per cento nella media di quest'anno, e scenderebbe al 2,3% nel 2024 e al 2,0% nel 2025". È proprio l'alto livello di inflazione, proseguono da via Nazionale, ad attenuare la ripresa globale: "L'attività economica mondiale è frenata dall'alta inflazione e da condizioni di finanziamento restrittive. Negli Stati Uniti il prodotto decelera e in Cina il recupero dell'attività sta perdendo nuovamente slancio, dopo avere beneficiato della rimozione delle politiche di contenimento della pandemia. Nonostante la vivace dinamica dei servizi nelle principali economie, l'attività risente dell'indebolimento del ciclo manifatturiero, che contribuisce a ridurre le prospettive di crescita del commercio internazionale e le quotazioni delle materie prime e dei prodotti energetici. Al minore contributo della componente energetica corrisponde il calo dell'inflazione al consumo nei maggiori paesi industriali, ad eccezione del Giappone. L'inflazione di fondo stenta però ancora a scendere".

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