La Corte dei Conti critica il Pnrr del governo Meloni: “Toglie fondi alla sanità pubblica”
Il decreto Pnrr del governo Meloni, che in questo momento si trova alla commissione Bilancio della Camera per essere esaminato e poi convertito in legge, porterà dei tagli alla spesa per la sanità rispetto a quanto prevedeva la vecchia versione del Piano. Lo ha detto la Corte dei Conti, in una memoria depositata pochi giorni fa in occasione di un'audizione davanti alla commissione.
La revisione del Pnrr messa in atto dal governo ha previsto diversi tagli, togliendo i finanziamenti ad alcuni progetti per spostarli su altri. Pochi giorni fa, la stessa Corte ha detto che questo intervento è servito per evitare che il Pnrr non fosse completato il tempo, ma guardando al dettaglio dei singoli interventi ha poi sottolineato che ci sono dei problemi. Uno in particolare riguarda la sanità, dove gli "interventi finanziari" sono di "particolare rilievo".
Ci sono 1,2 miliardi di euro che prima erano assegnati al programma "Verso un ospedale sicuro e sostenibile". Questi sono stati spostati per finanziare altre iniziative, e quindi l'investimento in sanità è stato per il momento eliminato (per tutte le Regioni tranne il Trentino-Alto Adige e la Campania, anche se non se ne capisce il motivo, come dice la stessa Corte dei Conti). La relazione tecnica del decreto Pnrr dice che questo non è un taglio, perché "ci si limita a modificare la copertura finanziaria del programma, ponendola a valere su risorse nazionali". Ovvero, i soldi verranno da un fondo invece di un altro, ma la sostanza resta.
Il problema, ha sottolineato la Corte, è che l'effetto di questo intervento, oltre a "ridurre l’ammontare complessivo delle risorse destinabili ad investimenti in sanità", è "incidere su programmi di investimento regionali già avviati". Sostanzialmente il decreto toglie i fondi al progetto per metterli altrove, e promette che saranno sostituiti, ma non dice esattamente da dove e nel frattempo obbliga a lasciare tutto in sospeso.
Lo spostamento "comporta il rinvio dell’attuazione del progetto a quando saranno disponibili spazi finanziari adeguati", perché le risorse ci sono già, ma richiederanno come minimo altri interventi tecnici finanziari. Un "allungamento dei tempi" che forse l'Italia non si può permettere, considerando che nei prossimi anni dovrebbe accelerare di molto le spese per il Pnrr poiché finora ha speso meno della metà dei fondi ricevuti. Soprattutto in questo progetto, dove alcuni progetti sono già stati attivati e hanno "fabbisogni difficilmente rinviabili", cioè avranno bisogno di soldi a breve.