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La Corte costituzionale boccia lo stop al rilascio di nuove licenze per gli Ncc: il divieto è incostituzionale

Il divieto di rilasciare nuove licenze per il servizio di noleggio con conducente (Ncc) è incostituzionale. Lo ha stabilito oggi la Consulta, bocciando il decreto legge del 2018, che bloccava l’ingresso nel settore di qualsiasi operatore.
A cura di Giulia Casula
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È incostituzionale il divieto di rilasciare nuove autorizzazioni per il servizio di noleggio con conducente (Ncc). Lo ha stabilito oggi, la Corte costituzionale in una sentenza con cui ha dichiarato illegittimo l'articolo 10-bis del decreto legge n. 135 del 2018.

La norma aveva bloccato il rilascio di nuove licenze per gli Ncc, impedendo di fatto qualsiasi apertura del settore all'ingresso di nuovi operatori. Per la Consulta il divieto di dare l'ok a nuovi permessi ha compromesso "la possibilità di incrementare la già carente offerta degli autoservizi pubblici non di linea", creando "un grave pregiudizio all'interesse della cittadinanza e dell'intera collettività".

Per i giudici è "rimasta del tutto inascoltata – si legge nella sentenza – la preoccupazione dell'Autorità garante delle concorrenza e del mercato (Agcm) volta a evidenziare che "l'ampliamento dell'offerta dei servizi pubblici non di linea risponde all'esigenza di far fronte ad una domanda elevata e ampiamente insoddisfatta, soprattutto nelle aree metropolitane, di regola caratterizzate da maggiore densità di traffico e dall'incapacità del trasporto pubblico di linea e del servizio taxi a coprire interamente i bisogni di mobilità della popolazione".

La sentenza ha naturalmente scatenato le reazioni di associazioni e politica. Per il segretario di +Europa, Riccardo Magi, "la Corte Costituzionale ancora una volta interviene dove il legislatore non vuole arrivare. E oggi la Consulta smonta il muro alla concorrenza innalzato da chi si ostina a difendere la lobby dei tassisti. E così, oggi la Corte dichiara incostituzionale il divieto di rilasciare nuove licenze Ncce  dà un altro colpo di piccone al muro anti concorrenza costruito in questi anni da praticamente tutti i partiti", ha detto. "È l'ora di liberalizzare il servizio di trasporto pubblico non di linea, è l'ora di liberalizzare il servizio Taxi, e' l'ora di rimuovere i paletti alla concorrenza, è l'ora di far entrare nuovi operatori", ha proseguito.

Anche secondo la senatrice di Italia Viva, Raffaella Paita, "la sentenza della Consulta di oggi conferma, per l'ennesima volta, quanto sosteniamo da tempo: il settore dei trasporti non di linea, taxi e NCC, ha bisogno di mercato e liberalizzazioni, più licenze, più vetture, meno rendite di posizione e meno corporativismo. E non è solo questione di garantire un servizio decente, ma di rispettare la Costituzione. E i diritti a spostarsi, e al libero mercato. Basta rinvii, il governo intervenga per garantire la concorrenza", ha dichiarato. "Il tentativo del ministro Salvini di metterci l'ennesima pezza per favorire la lobby dei tassisti e rimandare l'aumento delle licenze viene oggi autorevolmente stoppato. Serve una vera riforma  che ponga fine alla sfacelo cui assistiamo quotidianamente, le file interminabili per salire su un'auto bianca, dalla stazione Termini all'aeroporto di Linate, e permetta finalmente all'Italia di avere un servizio degno di un paese civile", ha concluso.

Andrea Romano,  presidente di MuoverSi' Federazione ncc e Mobilita', che riunisce le principali associazioni del settore Noleggio con Conducente, si è rivolto direttamente a Meloni chiedendo di "convocare rapidamente un tavolo di concertazione per una nuova legge quadro sul trasporto pubblico non di linea. Oggi la sentenza della Corte Costituzionale assesta un colpo definitivo alla gia' traballante credibilità della legge 12-2019, che ormai solo il ministro Salvini si ostina a prendere sul serio con decreti attuativi gravemente punitivi verso decine di migliaia di operatori e aziende ncc", ha aggiunto in una nota.

"La Corte ha messo nero su bianco quanto vivono ogni giorno sulla propria pelle milioni di cittadini italiani, di turisti stranieri e di aziende a cui si nega il diritto costituzionale alla libera mobilità: l'esistenza di una domanda elevata e ampiamente insoddisfatta di trasporto pubblico non di linea, l'incapacità del servizio taxi a coprire interamente i bisogni di mobilità della popolazione, il grave pregiudizio all'interesse della cittadinanza e dell'intera collettivita causato da leggi del tutto inefficaci e sorpassate", ha continuato Romano.

"Di fronte alla catastrofe del trasporto pubblico non di linea l'unica strada che dovrebbe percorrere la politica non è quella delle toppe a colori che sta seguendo Salvini in omaggio alla lobby dei tassisti, ma quella di una nuova legge-quadro che finalmente dia all'Italia regole nuove e moderne in grado di garantire il pieno diritto alla mobilita' di cittadini, turisti e imprese. La nostra federazione, così come tutto il mondo ncc, è assolutamente disponibile a dare il proprio contributo in questo senso al governo e a tutta la politica", ha ribadito.

Sulla questione è intervenuta anche Uber. "La decisione della Corte Costituzionale pone fine ad uno stallo durato oltre 6 anni e rimuove gli ostacoli all'endemica scarsità di servizi di trasporto non di linea nelle città italiane, dove la situazione è drammatica", ha affermato il general manager Lorenzo Pireddu. "Speriamo che il Governo prenda atto della decisione ed abbandoni ogni iniziativa volta ad introdurre restrizioni ingiustificate ai servizi Ncc e che i comuni inizino immediatamente il processo per l'emissione di nuove autorizzazioni", ha concluso.

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