La commissione Regeni chiede di sentire il premier Conte: “È urgente”
La Commissione d'inchiesta sulla morte di Giulio Regeni ha chiesto di sentire "urgentemente" il presidente del Consiglio Giuseppe Conte "alla luce degli ultimi rilevanti sviluppi in ordine alle relazioni bilaterali italo-egiziane". Il riferimento è alla lunga conversazione telefonica che il premier ha avuto con il presidente della Repubblica Araba d’Egitto, Abdel Fattah al-Sisi. Al centro del colloquio – stando alla nota pubblicata sul sito di Palazzo Chigi – la stabilità regionale, con particolare riferimento alla necessità di un rapido cessate il fuoco e ritorno al tavolo negoziale in Libia, e la collaborazione bilaterale, da quella industriale a quella giudiziaria con particolare riferimento al caso Giulio Regeni. L'accordo tra Roma e Il Cairo prevede anche l’acquisto, da parte dell’Egitto, di due fregate italiane.
L'ufficio di Presidenza (guidato dal parlamentare di Sinistra Italiana Erasmo Palazzotto) integrato dai rappresentanti dei gruppi della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla morte di Giulio Regeni, afferma la nota, "ha deliberato all'unanimità di procedere ad audire urgentemente il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, anche in relazione alla sua recente interlocuzione diretta con il Presidente della Repubblica Araba d'Egitto, Abdel Fattah Al-Sisi”. "L'Ufficio di presidenza riunitosi in via straordinaria in data odierna, cancellando l'audizione già programmata, ha altresì concordato – prosegue il presidente – di considerare l'audizione del Presidente del Consiglio dei Ministri preliminare, sotto il profilo politico ed istituzionale, al proseguimento di ogni altra attività di indagine", prosegue il comunicato.
L’accordo tra l'Italia e l’Egitto ha provocato anche la reazione dei genitori di Giulio. “Ci sentiamo traditi. Ma anche offesi e indignati dall’uso che si fa di Giulio”, dicono a Repubblica Paola e Claudio Regeni, insieme al loro avvocato, Alessandra Ballerini. “Le navi e le armi che venderemo all’Egitto – continuano – serviranno per perpetuare quelle violazioni dei diritti umani contro le quali abbiamo sempre combattuto”. Ieri comunicando quella telefonata con Al Sisi il presidente del consiglio ha detto di aver “ribadito” al leader egiziano “la collaborazione giudiziaria nel caso Giulio Regeni“. “Ogni volta che si chiude un accordo commerciale con l’Egitto, ogni volta chesi certifica che quello di Al Sisi è un governo amico, tirano in ballo il nome di Giulio come avolersi lavare la coscienza. No, così non ci stiamo più”, aggiungono i genitori del ricercatore dell’università di Cambridge.