La commissione di inchiesta sul Covid sarà costituita a breve, dice il ministro Schillaci
Quando era all'opposizione, Fratelli d'Italia aveva chiesto più volte una commissione di inchiesta sul Covid. E in campagna elettorale Giorgia Meloni aveva insistito sulla necessità di "fare chiarezza" sulla gestione della pandemia da parte dei governi precedenti. Ora il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha annunciato che si costituirà a breve: "È una commissione parlamentare, io non sono un parlamentare, quindi non seguo quei lavori. So che si sta facendo. E che a breve sarà costituita", ha detto il ministro rispondendo a una domanda dei giornalisti a margine di un evento.
Anche la Lega e Italia Viva, a fine ottobre scorso, avevano presentato una proposta di legge per istituire una commissione parlamentare di inchiesta. I renziani avevano citato la "gestione opaca" e più specificatamente "i respiratori cinesi, le mascherine farlocche, i militari russi a Bergamo". Dal Carroccio, invece, si chiedeva di far luce specificatamente sull'operato del governo Conte bis rispetto alla pandemia.
"Siamo in una fase molto favorevole, i casi sono in costante diminuzione. Abbiamo osservato con molta attenzione in questi mesi il numero dei pazienti nelle terapie intensive e nei posti di ricovero ordinario. Ci sono solo da affrontare i problemi lasciati dalla pandemia", ha detto ancora il ministro, facendo il punto sulla situazione epidemiologica.
Anche dal gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia era arrivata una proposta, a prima firma Galeazzo Bignami. Che ha spiegato come l'intenzione sia quella di approvare il provvedimento necessario a istituire la commissione entro l'estate. "Ritengo si dovrà parlare di tutto, senza confini", ha detto Bignami, parlando di presunti errori e omissioni.
Sotto la lente della commissione di inchiesta ci saranno di fatto gli ultimi tre anni, dalla scoperta dei primi casi di coronavirus, fino alle chiusure e le riaperture. L'Italia è stata il primo Paese in Europa ad essere travolto dai contagi e anche il primo a prendere misure drastiche per fermare il virus: il lockdown prima e le zone rosse poi. Con l'avvio della campagna vaccinale, poi, molte ritrovate libertà sono state legate allo status vaccinale: una decisione presa per proteggere soprattutto le fasce più vulnerabili e per allacciare il ritorno alla socialità con la sicurezza e la tutela della salute pubblica, ma che alcune forze politiche hanno sempre contestato.