La circolare di Valditara ai presidi: “Non usate asterischi o schwa nelle circolari”

Il ministero dell'Istruzione e del Merito ha inviato a tutte le scuole una circolare in cui si chiede di non usare l’asterisco e lo schwa nelle loro comunicazioni. Tali segni grafici risputerebbero "in contrasto con le norme linguistiche" e rischiano "di compromettere la chiarezza e l’uniformità della comunicazione istituzionale".
Nella nota diffusa dal Mim, viene ribadito "l'imprescindibile rispetto delle regole della lingua italiana", che non contemplano l'uso di schwa e asterisco. "L’Accademia della Crusca – ricordano dal ministero – ha più volte evidenziato che tali pratiche non sono grammaticalmente corrette e che il loro impiego, specialmente nei documenti ufficiali, ostacola la leggibilità e l’accessibilità dei testi. L’uso arbitrario di questi simboli introduce elementi di ambiguità e disomogeneità, rendendo la comunicazione meno comprensibile e meno efficace. Il Ministero invita, pertanto, tutte le istituzioni scolastiche a mantenere l’uso di un linguaggio corretto e accessibile, nel rispetto delle norme linguistiche vigenti", conclude la nota.
Sia l'asterisco che lo schwa vengono spesso utilizzati nella comunicazione scritta al posto delle desinenze per non indicare il genere delle persone a cui ci si sta rivolgendo e per promuovere così un linguaggio più inclusivo e rispettoso delle varie identità di genere. Secondo il dicastero guidato da Giuseppe Valditara però, l'uso di quei simboli, in quanto non previsti dalla lingua italiana, potrebbe compromettere la chiarezza delle comunicazioni scolastiche e dunque non vanno usati.
Il testo della circolare inviata ai dirigenti
Riportiamo qui di seguito, il testo della circolare inviata ai presidi delle scuole statali e paritarie di ogni ordine e grado.
Con la presente nota si intende fornire un chiarimento in merito all’impiego – che si è potuto rilevare talvolta nelle comunicazioni ufficiali di alcune istituzioni scolastiche – del simbolo grafico dell’asterisco (*) o dello schwa (ə), simbolo dell’alfabeto fonetico internazionale (IPA) che rappresenta un suono indistinto non presente nella lingua italiana, anche se esistente in alcuni dialetti. Al riguardo, l’Accademia della Crusca ha avuto modo di precisare più volte che l’impiego nella comunicazione scritta e istituzionale di segni grafici, come gli asterischi, al posto delle desinenze o di altri segni estranei alla tradizione ortografica italiana, come lo schwa, non è grammaticalmente corretto secondo le attuali regole della lingua italiana. Pertanto, è stato raccomandato di attenersi alle strutture grammaticali codificate per garantire chiarezza, leggibilità e accessibilità di testi e documenti.
In particolare, nel parere del 24 settembre 2021 pubblicato sul sito istituzionale dell’Accademia della Crusca si afferma che “L’asterisco non è […] utilizzabile, a nostro parere, in testi di legge, avvisi o comunicazioni pubbliche, dove potrebbe causare sconcerto e incomprensione in molte fasce di utenti, né, tanto meno, in testi che prevedono la lettura ad alta voce.”, stante in quest’ultimo caso l’impossibilità della resa fonetica. Per quanto riguarda lo schwa, nello stesso parere si afferma che sul piano grafico il segno per rappresentarlo (la e rovesciata) non è usato come grafema neppure in lingue che, diversamente dall’italiano, hanno lo schwa all’interno del loro sistema fonologico. Nel parere del 9 marzo 2023, reso al Comitato Pari opportunità del Consiglio direttivo della Corte di Cassazione, l’Accademia della Crusca afferma: “Va dunque escluso tassativamente l’asterisco al posto delle desinenze dotate di valore morfologico (“Car* amic*, tutt*quell*che riceveranno questo messaggio…”). Lo stesso vale per lo scevà o schwa…”. Ancora, nel parere del 10 maggio 2024, sempre con riferimento all’uso dell’asterisco e dello schwa, l’Accademia afferma “[…] che la lingua giuridica e burocratica non sia sede adatta per sperimentazioni innovative che portano alla disomogeneità e compromettono la lineare comprensione dei testi.” Pertanto, al fine di assicurare correttezza e chiarezza nelle comunicazioni ufficiali, si raccomanda di attenersi alle regole della lingua italiana che consentono l’utilizzo di soluzioni linguistiche comunque conformi alla tradizione ortografica italiana.
Le reazioni alla circolare del Mim
La circolare del Mim sta già facendo discutere. Tra le opposizioni, la dem Maria Cecilia Guerra scrive: "Il ministero dell'Istruzione e del Merito si preoccupa di inviare a tutte le scuole una circolare per ribadire che nelle comunicazioni ufficiali è ‘imprescindibile il rispetto delle regole della lingua italiana'. Quindi niente uso di asterisco o schwa, che introducono secondo il Mim ‘elementi di ambiguità'. E l'ambiguità di riferirsi a una donna con un sostantivo o un articolo maschile, quando la lingua italiana prevede il femminile: la presidente, del Consiglio ma non solo, la ministra, la sindaca, la direttrice ecc.? Se ne è dimenticato".
Dalla maggioranza invece, il deputato leghista Rossano Sasso plaude al messaggio di Valditara. "Potrà sembrare poco importante, ma questa circolare in realtà segna un ulteriore passo avanti nella lotta contro l'ideologia gender. Il Ministero dell'Istruzione e del Merito infatti, recependo una richiesta presente nella proposta di legge della Lega a mia prima firma, presentata lo scorso 6 Marzo, raccomanda alle scuole di evitare l'utilizzo di asterischi e linguaggio schwa. Ci voleva una circolare ministeriale per far rispettare la lingua italiana? Evidentemente per certi docenti e dirigenti scolastici, sì. Ringrazio il Ministro @G_Valditara per la sensibilità al tema. Niente più tutt*, niente più ə, niente più pagliacciate . Ora andiamo avanti su consenso informato e carriera alias", ha scritto su X.