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La Cgil si mobilita contro il governo Meloni: “Fino allo sciopero generale”

Per l’assemblea generale della Cgil è “necessario che la mobilitazione arrivi fino allo sciopero generale”. La decisione è arrivata oggi, per “contrastare le scelte del governo in vista della manovra di bilancio”. Nelle prossime settimane sono in programma diverse proteste, e potrebbero aumentare ancora.
A cura di Luca Pons
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La Cgil ha lanciato la mobilitazione contro le politiche del governo Meloni, ed è pronta ad arrivare fino allo sciopero generale. Lo ha messo nero su bianco l'assemblea generale del sindacato, che oggi ha approvato una relazione in cui si legge che è "necessario che la mobilitazione arrivi fino allo sciopero generale". Per questo, la segretaria di Maurizio Landini ha avuto il "mandato" di "verificare e definirne con le altre organizzazioni sindacali confederali le modalità e i tempi, utili a contrastare le scelte del governo in vista della manovra di bilancio".

Tra gli obiettivi della mobilitazione, quello di sostenere le "proposte sindacali in materia di politiche economiche, sociali e fiscali, per un diverso modello sociale e di impresa, per difendere e rafforzare il sistema pubblico – dalle pensioni alla sanità, dall'istruzione a un piano straordinario di assunzioni – quali diritti permanenti e garantiti per tutte e tutti i cittadini". E ancora, per "nuove politiche industriali e di investimento ambientalmente e socialmente sostenibili, per un diverso sviluppo dei settori del turismo e del terziario, per la difesa dell'occupazione e il superamento della precarietà, per l'aumento del potere d'acquisto a partire dal rinnovo dei contratti, per la centralità, la dignità e la libertà del lavoro".

Le iniziative programmate sono già diverse. Domani, 8 ottobre, quando la Camera voterà il ddl Lavoro in lavorazione da mesi, il sindacato sarà in piazza a Roma insieme alla Uil. La legge, hanno dichiarato le due organizzazioni, "renderà ancora più precario e più povero il lavoro. Il governo continua a non affrontare i veri bisogni del mondo del lavoro, a partire da giovani, donne e persone più vulnerabili che, anzi, vedranno aggravarsi ulteriormente la loro condizione".

Un primo sciopero, dei metalmeccanici, si svolgerà il 18 ottobre con una manifestazione sempre a Roma, chiedendo che il governo intervenga su settore dell'auto. Il giorno dopo scenderanno in piazza i dipendenti pubblici per rivendicare la necessità di interventi sul Servizio sanitario nazionale, tra le altre cose. Per il prossimo mese sono poi in programma proteste della scuola, dei pensionati e dei trasporti (con uno sciopero nazionale in programma l'8 novembre). E altre ancora potrebbero arrivare.

Nella sua relazione approvata oggi, la Cgil ha contestato: "La prossima legge di bilancio inaugurerà una lunga stagione di rigore e tagli alla sanità, a istruzione e ricerca, alla previdenza, ai contratti collettivi nazionali di lavoro pubblici, agli enti locali, agli investimenti". E non si tratterebbe di una conseguenza "inevitabile", ma di una "precisa scelta politica: quella di non toccare extraprofitti, profitti, rendite finanziare e immobiliari, grandi patrimoni, evasione fiscale e contributiva".

Sono "emblematiche", su questo punto, decisioni come "il concordato preventivo, l'ennesimo condono tombale, la flat tax, la mancata restituzione del drenaggio fiscale a carico di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati sempre più tassati nonostante la brutale perdita di potere di acquisto". E manca anche un "progetto di politiche industriali che vincoli le imprese nazionali e multinazionali a produrre non solo profitto per sé e per gli azionisti, ma ricchezza per i lavoratori e per il Paese".

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