La definizione di fecondazione eterologa parla di un processo che “si verifica quando il seme (oppure l'ovulo) proviene da un soggetto esterno alla coppia”. In altri termini la fecondazione eterologa avviene quando lo spermatozoo di uomo esterno alla coppia feconda l’ovulo della donna “interna” alla coppia (o viceversa).
Al giorno d’oggi, in Italia, il 10% dei bambini già nascono da una “fecondazione eterologa”. O meglio il 10% dei bambini nascono da una terza persona che non è necessariamente il padre anagrafico del bambino. Questo dato – al ribasso secondo quanto affermato recentemente da un noto genetista – è in aumento negli ultimi anni o meglio è in aumento poiché aumentano le coppie che ricorrono all’analisi del DNA per verificare la paternità dei figli.
Chi parla di fecondazione eterologa come attentato alla sacralità della famiglia dovrebbe (quanto meno) tenere in considerazione questo dato. Dovrebbe accettare che la sessualità dell’uomo trascende l’idea di famiglia – o meglio l’idea di famiglia istituzionalizzata dalle religioni rivelate -. Credere che la sentenza della Corte Costituzionale susciti “molto sconcerto e gravi perplessità” perché la precedente legge “determinava una serie di garanzie soprattutto per il nascituro, a tutela della chiara identità dei genitori" e contrastava “la possibilità che ci sia una terza figura, spesso maschile, quindi una distinzione tra paternità biologica e una affettiva e sociale nella stessa coppia crea dei problemi” non solo è antistorico ma è figlia di una visione del mondo che non è mai esistita.
Perché non sono mai esistiti bambini che nascono, solo, da famiglie eterosessuali monogame e, probabilmente, non esisteranno mai perché il mondo sarà sempre un luogo fatto di figli illegittimi che nasceranno e cresceranno nonostante il volere della chiesa o di una legge bigotta. Esisteranno perché l’uomo è libero. Ed è libero nella sua sessualità, nel suo sbagliare, nel suo ricominciare. L’uomo è libero di ricorrere alla tecnologia per migliorare la propria vita.
Attaccare, come fanno gli onorevoli Binetti e Roccella, la sentenza della Corte Costituzionale non solo è un atto fuori dal tempo ma è una palese falsità. La famiglia in cui “è chiaro chi siano il padre e la madre” non esiste, anzi, non è mai esistita. Non esiste in Italia che è fatta di figli illegittimi, di bambini nati “settimini”, di esposti e di figli di persone omosessuali. Negarne l’esistenza, girare la testa dall’altra parte, pretendere che la fecondazione eterologa sia un male perché “in vitro” è solo l’ennesima pretesa che il mondo sia quello descritto da L’Avvenire piuttosto che da l’UDC (o dalla destra del PD). Un mondo che vede nell’evoluzione scientifica il male, nell’incapacità di avere figli una punizione divina e nella sessualità un’amoralità di fondo. Un mondo che, per fortuna, ci stiamo lasciando alle spalle e del quale non sentiremo la mancanza.