La Cedu archivia il ricorso contro la Legge Severino: Berlusconi resta ricandidabile
Oggi è il giorno del giudizio tanto atteso da Silvio Berlusconi. Alle ore 11 circa, a Strasburgo, la Corte europea dei diritti dell'Uomo si è riunita in Camera di Consiglio per decidere sul ricorso presentato dall'ex presidente del Consiglio contro la Legge Severino, la normativa che cinque anni fa, in seguito alla condanna definitiva per frode fiscale, lo fece decadere da Senatore della Repubblica. Su richiesta dei legali di Berlusconi, i giudici hanno oggi disposto l'archiviazione del ricorso intentato dall'ex Cavaliere.
Gli avvocati di Silvio Berlusconi erano fiduciosi, pur invitando comunque alla cautela. L'11 maggio scorso il Tribunale di sorveglianza di Milano aveva infatti già disposto la riabilitazione in anticipo per l'ex presidente del Consiglio, consentendo dunque all'ex Cavaliere di recuperare la piena agibilità politica e di ricandidarsi in qualsiasi momento e per questo motivo i legali di Berlusconi avevano dunque deciso di ritirare il ricorso in Corte europea dei Diritti umani per evitare un danno di immagine qualora i giudici avessero dato torto all'ex premier.
Qualche segnale sulla potenziale decisione dei giudici della Grande Chambre era stato colto: nel comunicato stampa sulla convocazione della Cedu per il 27 novembre non si parlava infatti di sentenza ma di pronuncia e nel testo veniva specificato che la deliberazione dei giudici europei sarebbe stata depositata per iscritto mentre la sentenza, di solito, viene letta in una pubblica udienza.
Strasburgo avrebbe anche potuto non accettare la ‘dichiarazione di rinuncia' fatta dagli avvocati del leader forzista ma esprimere un giudizio negativo, entrando nel merito della questione. La ‘decadenza' di Silvio Berlusconi per effetto della legge Severino risale al 27 novembre 2013. Dopo la condanna nell'ambito del processo Mediaset, i senatori vennero chiamati a decidere sulla decadenza dell'ex Cavaliere. A favore del provvedimento si espressero Pd, M5S e Sel, mentre Forza Italia, Gal, Nuovo Centrodestra e Lega votarono contro. Tramite i suoi legali, due mesi prima, Berlusconi aveva presentato il ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo per contestare l'applicazione retroattiva della legge Severino.