La Cattiva Scuola, la Cgil denuncia: “Schema illegale, governo Meloni intervenga subito”
Dopo l'uscita de La Cattiva Scuola, l'inchiesta di Fanpage.it che racconta il mercato dei titoli scolastici fasulli acquistati dagli aspiranti docenti per scalare le graduatorie, è arrivata la denuncia della Federazione lavoratori della Conoscenza CGIL, che ha chiesto al governo Meloni di intervenire subito.
In un lungo comunicato, il sindacato punta l'attenzione sul "mercimonio" emerso dal lavoro realizzato dal team di Backstair, che "è solo la punta di un iceberg di un sistema purtroppo molto strutturato". La FLC CGIL spiega di aver segnalato più volte situazioni analoghe a quelle mostrate nell'inchiesta, in cui le certificazioni di lingua o informatiche necessarie per guadagnare punti in graduatoria vengono erogate dietro il pagamento di migliaia di euro.
Spesso si tratta di "strutture che dietro la facciata di scuole paritarie (che, vogliamo ricordarlo, ricevono fondi pubblici) nascondono legami con presunte agenzie formative le quali non solo rilasciano titoli di studio ma anche certificazioni di titoli di servizio falsi, titoli di sostegno acquisiti all’estero in università semisconosciute in paesi senza nessuna esperienza di inclusione scolastica, mercato dei CFU dove la fanno da padrone le università telematiche che in alcuni casi hanno offerto addirittura abilitazioni in saldo (30 crediti formativi in 17 giorni compresi festivi)", sottolineano dal sindacato.
Oggi Alleanza Verdi-Sinistra ha annunciato che porterà il caso in Parlamento, con un'interrogazione al ministro Valditara. Così pure il Movimento 5 Stelle, che ha chiesto al ministro di venire in Aula per fare chiarezza sul mercato nero dei titoli.
Finora il governo infatti, non si è mosso per fermare questo sistema. "Purtroppo, a fronte di questo quadro desolante e diffuso, non ci sono state risposte all’altezza e spesso neppure risposte. Anzi, sui titoli esteri il Governo ha promosso una specie di condono che, a prescindere da una valutazione caso per caso della veridicità o validità dei percorsi, consentirà di sanare queste situazioni attraverso un corso presso Indire. Questo alla faccia di chi ha superato il regolare percorso di specializzazione presso le università italiane con tanto di lezioni in presenza e tirocinio", attaccano.
Per Gianna Fracassi, segretaria generale "questo mercato ha come prima vittima la legalità e la serietà dei percorsi di reclutamento, poi gli studenti e le studentesse e infine gli stessi precari. Per quanto ci riguarda, il percorso di acquisizione dei titoli e delle abilitazioni dovrebbe essere garantito e gestito solo dal Ministero dell’Istruzione e da scuole e università statali, favorendo costi accessibili a tutti se non la gratuità e mettendo così fuori gioco chi continua a lucrare sulle spalle dei più deboli", osserva.
Secondo la dirigente sindacale è necessario "un piano di assunzioni che finalmente metta fine al numero record di precari come denunciato dalla nostra organizzazione solo pochi giorni fa. Infine, sono necessari verifiche e controlli sul sistema dei centri di formazione e università telematiche, oltre che su quelle scuole paritarie che operano in modo illegale, rappresentando un vulnus per chi, in questo ambito, esercita correttamente e legalmente la propria funzione. Non intervenire significa avallare e consentire che tutto rimanga esattamente così", conclude.