La Casta colpisce ancora: prelievi illimitati al bancomat del Senato?
La bufera Lusi e lo scandalo in casa Bossi. Due casi simili, secondo i magistrati, perché accomunati dai soldi pubblici destinati ai rimborsi elettorali. Tuttavia il finanziamento ai partiti per le spese elettorali non è l'unico canale attraverso il quale il denaro dei cittadini affluisce nelle casse delle formazioni politiche. Oltre ai finanziamenti pubblici ai giornali di partito (sono cinque), ci sono soprattutto, i «trasferimenti ai gruppi parlamentari». La cifra è considerevole: quasi 38 milioni di euro per il 2011. Si tratta di contributi destinati, ad esempio, al «supporto dell’attività dei senatori» e «al funzionamento dei gruppi» (come si legge nel Progetto di bilancio interno del senato per l'anno finanziario 2011). Tuttavia non sempre vengono utilizzati in questo modo.
C’è il senatore che si presenta in compagnia dell’amica ed esce dalla banca con migliaia di euro in tasca. C’è il senatore che ritira contante con regolare cadenza mensile come si trattasse di uno stipendio. C’è il senatore che ha delegato a ritirare una cifra consistente un certo signore noto per svolgere l’attività di ‘spallone’, e non risulta che in Svizzera il senatore in questione o il suo partito svolgano un’intensa attività politica.
In tutto una quarantina di senatori. Tutte operazioni sospette, come scrive Quotidiano Nazionale, già segnalate alla filiale della Bnl interna a Palazzo Madama all'Unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia. Questa, a sua volta, provvederà a sottoporre il caso all'attenzione della Guardia di Finanza. Segnalazioni obbligatorie in base ad una norma del 2007 in materia di antiriciclaggio. Il sospetto è che i senatori abbiano attinto al "tesoretto" dei «trasferimenti ai gruppi parlamentari» in maniera ovviamente illecita, facendone l’uso che meglio credono. Una sorta di stipendio extra per i senatori che già percepiscono qualcosa come 11.555 euro di indennità parlamentare, 3.500 di diaria, 1.650 euro per i trasporti e 4.180 euro per le spese di rappresentanza.
Insomma, Lusi non sarebbe l'unico «bancomat» per i partiti (uno, la Margherita). Sarebbero coinvolti anche la Lega e l’Udc, oltre ad alcuni senatori del gruppo del Pd. «Ed è possibile, per non dire probabile- scrive QN.it – che almeno un altro gruppo parlamentare a breve s’aggiunga».
Lunga e trasversale è dunque la fila dei senatori che nel tempo hanno ritirato ingenti somme di denaro dai conti correnti dei loro gruppi. E l’impressione di chi, da dietro lo sportello, ha assistito ai loro frequenti via vai era che non si trattasse esattamente di denaro destinato ad essere speso per la politica, e men che meno per attività inerenti al gruppo parlamentare.