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La casta colpisce ancora: in arrivo il codice di autoregolamentazione per i fotografi della Camera

Giro di vite per i fotografi di Montecitorio che ora dovranno stare più attenti alla privacy degli onorevoli. Ma la Camera non è un luogo pubblico?
A cura di Alfonso Biondi
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L'ufficio di presidenza di Montecitorio ha approvato delle misure più stringenti per i fotografi che ora dovranno stare più attenti alla privacy degli onorevoli. Ma la Camera non è un luogo pubblico?

Zoom invadenti sul cellulare di Denis Verdini, istantanee che ritraggono il bigliettino scritto da Enrico Letta a Mario Monti, scatti che rubano i preziosi appunti di Silvio Berlusconi. La Camera corre ai ripari e già dal 29 novembre potrà dormire sonni più tranquilli, senza crucciarsi di fotografi rompiballe pronti a catturate ogni impercettibile movimento. L'ufficio di Presidenza di Montecitorio ha infatti messo nero su bianco alcune norme che limiteranno "l'invasività" degli operatori, a tutto beneficio dei parlamentari.

I 40 fotografi che lavorano alla Camera saranno chiamati a costituirsi in associazione e a rispettare un preciso codice di autoregolamentazione. Va da se che il codice in questione disporrà il rigoroso rispetto della privacy degli onorevoli e delle sanzioni per i trasgressori. Ogni operatore, secondo quanto si apprende dal testo che dovrà essere sottoscritto, garantirà il proprio impegno a non utilizzare apparecchi fotografici al fine di ritrarre "gli atti o i comportamenti dei deputati e dei membri del governo presenti nell'aula della Camera che, non risultando essenziali per l'informazione sullo svolgimento dei lavori parlamentari, si risolvano in un trattamento di dati personali non consentito". Nel caso l'operatore scatti per pura casualità una foto del genere è chiamato a non conservare e a distruggere tali immagini.

Una decisione, quella dell'ufficio di presidenza, che farà sicuramente discutere e che rischia di alimentare la cultura della casta a svantaggio della trasparenza delle istituzioni. Per la cronaca la delibera è passata nonostante le astensioni del leghista Stucchi e del vicepresidente del Pdl alla Camera Leone. Quest'ultimo, in particolare, ha dichiarato di ritenere insufficienti le misure proposte, chiedendo di adottarne altre più restrittive. Ma non sarebbe troppo? Il Presidente della Camera Gianfranco Fini ha sottolineato che i deputati sono "personaggi pubblici", che "l'aula è un luogo pubblico" e che non è possibile limitare chissà quanto l'attività dei fotografi. Se lo dice lui…

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