La Cassazione su Dell’Utri: “Il processo di secondo grado va rifatto”
La quinta sezione penale della Corte di Cassazione ha da poco emesso il verdetto su Marcello Dell'Utri. Il collegio di giudici presieduto da Aldo Grassi ha annullato con rinvio la sentenza di secondo grado che aveva condannato il senatore a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Il processo di secondo grado dovrà quindi essere rifatto a Palermo davanti ad altri giudici.
Il Pg della Cassazione aveva chiesto l'annullamento della sentenza di secondo grado-Nel corso dell'udienza di oggi, il sostituto procuratore presso la Suprema Corte aveva chiesto l'annullamento con rinvio della sentenza di secondo grado, quella che aveva condannato il senatore del Pdl a scontare 7 anni di reclusione. O in alternativa che la vicenda fosse stata trattata dalle sezioni unite penali. Durante la requisitoria, Iacoviello aveva sottolineato la presenza di "gravi lacune" giuridiche nella sentenza d'appello, determinate dalla mancanza sia della motivazione sia della condotta che viene contestata al senatore. Il Pg aveva poi fatto notare che “nessun imputato deve avere più diritti degli altri, ma nessun imputato deve avere meno diritti degli altri”, sottolineando che nel caso di Dell'Utri non era stato rispettato nemmeno "il principio del ragionevole dubbio”.
Condanna in primo e in secondo grado- In primo grado il senatore era stato condannato a 9 anni di carcere per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Era l'11 dicembre del 2004. I magistrati del Tribunale di Palermo avevano ritenuto che i rapporti tra Marcello Dell'Utri e la mafia siciliana, in particolar modo coi fratelli Graviano, fossero proseguiti anche dopo il 1993, cioè nella "fase politica" dell'imputato. Il 29 giugno 2010, però, la Corte d'Appello di Palermo modificò quanto deciso in primo grado, addebitando all'imputato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, ma collocandolo solamente fino al 1992. Per la Corte d'Appello, in pratica, i rapporti con esponenti mafiosi non sarebbero perdurati nella "fase politica" di Dell'Utri, cioè non oltre il 1992.