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La Cassazione decide su Dell’Utri: il senatore rischia il carcere

Sentenza prevista in serata. Il senatore del Pdl è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. In appello era stato condannato a 7 anni.
A cura di Alfonso Biondi
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Il senatore Dell'Utri

Oggi, probabilmente in serata, la Corte di Cassazione metterà la parola "fine" sul processo che vede imputato Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa. La quinta sezione penale, presieduta da Aldo Grassi, è chiamata quindi a confermare o meno la sentenza di secondo grado, che aveva condannato il senatore del Pdl a 7 anni. L'attesa è snervante, ma Dell'Utri sembra essere molto sereno, nonostante rischi il carcere. "Il senatore è una persona molto serena. Resta in fiduciosa attesa. Ciò che deve essere, sarà"- ha dichiarato Massimo Krogh, legale del senatore. Secondo quanto appreso da fonti giornalistiche, il senatore non sarà in aula al momento della lettura della sentenza.

 9 anni in primo grado, 7 in secondo- L'11 dicembre 2004 il Tribunale di Palermo aveva condannato il senatore a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. I magistrati del capoluogo siciliano avevano ritenuto che l'accordo con la mafia, in particolare con i fratelli Graviano, fosse andato avanti anche dopo il 1993. In secondo grado, però, la pena fu ridotta a 7 anni e questo perché la Corte d’appello di Palermo (29 giugno 2010) non aveva ritenuto che il rapporto con esponenti della malavita organizzata siciliana fosse andato oltre il 1993. Insomma per la Corte d'appello non vi sarebbe stata prova dell'esistenza di un patto tra  la mafia e Dell'Utri nella "fase politica" di quest'ultimo. Il senatore sarebbe quindi colpevole fino al 1992.

I ricorsi presentati da difesa e accusa- La Suprema Corte ha anche la possibilità di annullare la sentenza di secondo grado e di inviarla alla Corte d'Appello. In base ai calcoli degli ermellini, la prescrizione scatterà nel 2014; il margine per celebrare il processo bis, quindi, ci sarebbe tutto. Il collegio di giudici presieduto da Grassi dovrà esaminare non solo il ricorso di 200 pagine presentato dai legali di Dell'Utri, ma anche quello di Antonino Gatto, procuratore generale di Palermo, che ha invocato il riconoscimento del reato di concorso esterno in associazione mafiosa anche per il periodo successivo al 1992, con il conseguente inasprimento della pena.

Il Pg della Cassazione chiede l'annullamento della condanna d'appello- Francesco Iacoviello, sostituto procuratore presso la Suprema Corte, ha chiesto l'annullamento con rinvio della sentenza di secondo grado che ha portato alla condanna di Dell'Utri a 7 anni di carcere. Il Pg, come alternativa, ha proposto che  la vicenda venga trattata dalle sezioni unite penali. Iacoviello ha evidenziato delle lacune giuridiche nella sentenza della Corte d'appello, determinate dalla mancanza sia della motivazione sia della condotta che viene contestata al senatore, che a suo dire va chiarita. Nella sua requisitoria, il Pg ha dichiarato che "nessun imputato deve avere più diritti degli altri, ma nessun imputato deve avere meno diritti degli altri", sottolineando che nel caso di Dell'Utri "non è stato rispettato nemmeno il principio del ragionevole dubbio". Dopo aver citato la sentenza Mannino della Cassazione, poi, ha chiesto che il ricorso della Procura di Palermo, che aveva chiesto un inasprimento della pena, non fosse accolto. Prima che iniziasse il dibattimento, gli avvocati del senatore avevano detto di confidare nell'annullamento della sentenza della Corte d'appello.

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