La campagna elettorale dimentica il diritto alla vita dei migranti naufraghi nel Mediterraneo
Nessuno si è chiesto dove si sia diretto il cargo “Morning Carol” che non ha soccorso nemmeno gli 80 bambini, tra i 250 naufraghi per tre giorni alla deriva a sud di Malta? Già nessuno ricorda più la propria stessa indignazione di ieri, per la morte, per sete, di altri 4 bambini, lasciati su varie barche alla deriva per giorni e giorni? Forse l’indignazione è una reazione emotiva superficiale, di circostanza, forse di convenienza sociale, che dissimula una umanità ipocrita.
E tuttavia, ad ognuno la propria responsabilità umana ,nel labirinto della coscienza. Ma, al di là di ogni questione etica, qui ed ora si deve affermare la responsabilità politica e giuridica imposta dal Diritto, non solo a quella nave che si è allontanata, senza portare alcun soccorso ai naufraghi, ma anche a ciascuno di noi, ignavo di fronte alla strage che consuma il diritto alla vita, diritto di ciascuno di noi, appunto.
E se non vi è alcun ragionevole dubbio che il decisore politico sia responsabile e che gli siano imputabili questi omicidi, poiché l’obbligo giuridico di intervenire, coordinare e effettuare o far effettuare il soccorso in mare è posto dalla legge, è altrettanto vero che le strutture ed i vertici amministrativi, civili e militari, non sono meno responsabili. E quindi, sebbene ciascuno di noi ha certamente ragione di recriminare tuttavia, questo rituale che tanto conviene, non assolve nessuno, se alla invettiva non segue la coerenza della condanna politica, giudiziaria ed umana.
Chiedo di sapere se e quali circostanze concrete esonerassero l’Italia dall’obbligo assunto in ambito internazionale, di intervenire a salvaguardia della vita di quegli ottanta bambini e di tutti quegli altri 250 migranti che hanno rischiato di morire. Ma questi “ragionevoli” dubbi, mi rendo conto, non scalfiranno la leggerezza di un baldanzoso e surreale momento elettorale, nel quale alla vita stessa non viene riconosciuto nemmeno un bonus, a differenza dei tanti altri se ne promettono. Alla fine, i naufraghi sono stati soccorsi, ma tutte le responsabilità permangono e, comunque, si conferma l’agonia del diritto alla vita.