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La Camera userà l’intelligenza artificiale nel lavoro di documentazione, Ascani: “Siamo pionieri”

Il Comitato di vigilanza sull’attività di documentazione della Camera, presieduto da Anna Ascani, ha concluso il suo lavoro di audizioni sull’intelligenza artificiale e si prepara a tirare le somme. L’IA generativa verrà usata anche per facilitare il lavoro di Montecitorio. A Fanpage.it Ascani sottolinea: “È un traguardo pionieristico che collocherebbe il Parlamento italiano tra le istituzioni all’avanguardia nell’utilizzo dell’IA”
A cura di Annalisa Girardi
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Lo sviluppo tecnologico, in ogni sua fase, ha sempre avuto un impatto sulla quotidianità delle persone, dal mondo del lavoro a quello della socialità e della ricerca. La sfida sta nel saper governare questo cambiamento, indirizzandolo verso la meta che si ritiene più giusta. Un obiettivo tutt'altro che semplice, soprattutto quando si parla di intelligenza artificiale e di sistemi che avanzano spesso a una velocità tale per cui diventa difficile stare al passo. In Parlamento lo scorso anno il Comitato di vigilanza sull’attività di documentazione, presieduto dalla vicepresidente della Camera, Anna Ascani, è tornato ad occuparsi di IA, dando il via a un esteso lavoro per "conoscere l’avanzamento dell’intelligenza artificiale e degli algoritmi e di studiare la loro possibile applicazione".

Proprio la scorsa settimana il comitato ha concluso un ciclo di audizioni durato quasi un anno, avviato con lo scopo di "approfondire le implicazioni dell'IA sulle democrazie e per indagare le possibili applicazioni a supporto del lavoro parlamentare", ha sottolineato Ascani. Per poi aprire una nuova fase, in cui si raccoglieranno le fila del lavoro svolto insieme a esperti, tecnici, e aziende del settore "al fine di massimizzare le opportunità e limitare i rischi dell'intelligenza artificiale per rendere l'Italia un'avanguardia tenendo al centro l'uomo e tutelando la sua sicurezza". In altre parole, pronunciate sempre dalla deputata dem, il punto è riuscire a "coniugare la rapida evoluzione tecnologica con la dimensione etica", spingendo per una "regolamentazione dell'IA a livello globale".

L'applicazione dei sistemi di intelligenza artificiale potrebbe – in un domani nemmeno troppo lontano – pervadere la nostra realtà. Secondo il Fondo monetario internazionale, ad esempio, il potenziale impatto dell'IA sul mercato del lavoro riguarderà addirittura il 60% dei posti di lavoro nelle economie più avanzate e il 40% a livello globale. La direttrice del FMI, Kristalina Georgieva, intervenendo al forum economico mondiale a Davos, ha detto che "siamo sull’orlo di una rivoluzione tecnologica che potrebbe far ripartire produttività, stimolare la crescita globale e aumentare i redditi in tutto il mondo, ma che potrebbe anche sostituire i posti di lavoro e approfondire le disuguaglianze".

Insomma, l'IA potrebbe arrivare a influire su quasi la metà dei posti di lavoro al mondo, con conseguenze diversissime, come un'arma a doppio taglio che potrebbe tanto risultare in un'opportunità quanto in uno strumento di diseguaglianza. L'intelligenza artificiale sta per intrufolarsi anche sul posto di lavoro dei deputati. La stessa Ascani, infatti, ha annunciato al quotidiano online Cybersecuruty Italia che la Camera si sta preparando a sperimentare l'uso dell'IA generativa.

Concretamente, di cosa stiamo parlando? Ascani ha spiegato che alcuni strumenti di intelligenza artificiale saranno utilizzati dall'amministrazione di Montecitorio per facilitare la redazione dei dossier e della documentazione per il lavoro delle commissioni, mentre altri funzioneranno da supporto nell'attività legislativa. A Fanpage.it Ascani ha precisato:

A febbraio presenteremo alla Camera il report contenente quanto emerso nel corso del ciclo di audizioni a Montecitorio con operatori, tecnici ed esperti di etica. Oltre al lavoro di sintesi, tra gli obiettivi che ci prefissiamo, c’è l’applicazione dell’IA generativa al sistema di documentazione della Camera, con tre principali finalità: semplificare il lavoro dell’amministrazione, facilitare il lavoro dei deputati e migliorare l’accesso alle informazioni da parte dei cittadini. Un traguardo pionieristico che collocherebbe il Parlamento italiano tra le istituzioni all’avanguardia nell’utilizzo dell’IA.

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