La Camera respinge la sfiducia a Romano, il Governo va avanti compatto
*** Aggiornamento: tutte le vicende giudiziarie legate a Francesco Saverio Romano si sono concluse con archiviazione o assoluzione.
Il nuovo esame che attendeva oggi il Governo alla Camera non ha fatto registrare, come da previsione, nessuna novità. La Camera dei Deputati ha votato contro la mozione di sfiducia, presentata dalle opposizioni, nei confronti del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Francesco Saverio Romano, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. I voti favorevoli sono stati 294 i contrari 315, la maggioranza, quindi è stata compatta nell’accordare la fiducia al Ministro come si prevedeva alla vigilia. L’unico appunto degno di nota è stato l’assenza degli altri Ministri all’inizio della discussione ma che poi non hanno fatto mancare il voto finale, compreso il tanto citato Maroni.
La votazione come annunciato è avvenuta a scrutinio palese, con appello nominale, fatto che ha reso impossibile qualsiasi possibilità di sorprese dell’ultimo minuto per mano di qualche franco tiratore. Il voto è arrivato verso le 19.50, dopo le dichiarazioni dei vari partiti e il discorso dello stesso Romano, iniziato alle 16.00.
Romano ha cercato di portare all’attenzione la sua vicenda giudiziaria confutando le accuse che gli vengono contestate. “Contesto la mozione perché è odiosa e riguarda fatti passati e già indagati dalla magistratura” ha detto il Ministro ricordando che lui si aspettava “più un atto ispettivo verso la Procura che una sfiducia”, perché “non possiamo avere un parlamento sotto ricatto della magistratura”. Romano ha detto di ritenere questo atto di sfiducia solo un modo per attaccare il Governo e per vendicarsi del suo appoggio alla maggioranza del dicembre scorso.
L’onorevole Di Pietro, ad inizio del suo intervento, ha ricordato al Ministro che in Parlamento si fa solo una valutazione politica per stabilire se “sia opportuno che al Governo ci sia un Ministro indagato per concorso esterno in associazione mafiosa”. Di Pietro, oltre a leggere alcuni atti processuali che riguardano Romano, ha chiesto all’Aula se “rispetto a indizi di questo genere debba valere per il Ministro quello che vale per gli amministratori provinciali e comunali” cioè lo scioglimento in caso di contiguità con associazioni mafiose.
Granata ha confermato che anche Fli avrebbe votato a favore della sfiducia, ricordando che Romani è stato uno dei pochi che a suo tempo ha votato contro il 41 bis. Granata ha fatto un appello a Romano affinché salvaguardi il prestigio delle istituzioni facendo un passo indietro. Infine rivolto agli ex alleati di AN gli ha chiesto “come fate a onorare la memoria di un uomo di destra come Borsellino che pronunciò dure parole contro quei politici che si erano venduti per viltà”.
Le parole di Granata hanno fatto infuriare Contento del Pdl, che ha detto di non accettare lezioni da nessuno, ma ha accusato i colleghi onorevoli di voler “destabilizzare il Parlamento con le dichiarazioni dei pentiti”. Contento si è scagliato contro “l’uso distorto dei pentiti che viene usato contro il Parlamento” e contro i “giudici come Woodcock che mandano gente in galera senza processo”. Infine a chi gli chiedeva di sfiduciare Berlusconi ha risposto “ai cechi non si può dare in mano la guida di un Paese”.
Non sono mancate nel corso della seduta le consuete note di colore, come l’intervento del leghista Fogliato che si è completamente disinteressato dell’argomento del giorno occupandosi nel suo discorso di agricoltura e alimentazione ricordando “noi siamo interessati alle cose serie e concrete”.