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La Camera respinge la sfiducia a Romano, il Governo va avanti compatto

Con 294 voti favorevoli e 315 contrari è stata bocciata la mozione di sfiducia al Ministro dell’agricoltura. Tra le accuse al Ministro Maroni e il finto disinteresse della Lega alla discussione, il Governo supera un’altra prova parlamentare.
A cura di Antonio Palma
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Camera - mozione di sfiducia al Ministro dell'agricoltura Romano

*** Aggiornamento: tutte le vicende giudiziarie legate a Francesco Saverio Romano si sono concluse con archiviazione o assoluzione. 

Il nuovo esame che attendeva oggi il Governo alla Camera non ha fatto registrare, come da previsione, nessuna novità. La Camera dei Deputati ha votato contro la mozione di sfiducia, presentata dalle opposizioni, nei confronti del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Francesco Saverio Romano, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. I voti favorevoli sono stati 294 i contrari 315, la maggioranza, quindi è stata compatta nell’accordare la fiducia al Ministro come si prevedeva alla vigilia. L’unico appunto degno di nota è stato l’assenza degli altri Ministri all’inizio della discussione ma che poi non hanno fatto mancare il voto finale, compreso il tanto citato Maroni.

La votazione come annunciato è avvenuta a scrutinio palese, con appello nominale, fatto che ha reso impossibile qualsiasi possibilità di sorprese dell’ultimo minuto per mano di qualche franco tiratore. Il voto è arrivato verso le 19.50, dopo le dichiarazioni dei vari partiti e il discorso dello stesso Romano, iniziato alle 16.00.

“ Contesto la mozione perché è odiosa e riguarda fatti passati e già indagati dalla magistratura ”
Saverio Romano
Romano ha tenuto il suo intervento dal suo posto di Ministro anche se si è detto “tentato di parlare dallo scranno di deputato”. Romano si è scagliato contro gli altri poteri che minano “la centralità del Parlamento nel nostro sistema democratico”, in particolare il potere mediatico che lo ha sottoposto ad “una campagna di aggressione mediatica” e la magistratura che con i suoi provvedimenti giudiziari condizionerebbe l’agenda del Parlamento.

Romano ha cercato di portare all’attenzione la sua vicenda giudiziaria confutando le accuse che gli vengono contestate. “Contesto la mozione perché è odiosa e riguarda fatti passati e già indagati dalla magistratura” ha detto il Ministro ricordando che lui si aspettava “più un atto ispettivo verso la Procura che una sfiducia”, perché “non possiamo avere un parlamento sotto ricatto della magistratura”. Romano ha detto di ritenere questo atto di sfiducia solo un modo per attaccare il Governo e per vendicarsi del suo appoggio alla maggioranza del dicembre scorso.

L’onorevole Di Pietro, ad inizio del suo intervento, ha ricordato al Ministro che in Parlamento si fa solo una valutazione politica per stabilire se “sia opportuno che al Governo ci sia un Ministro indagato per concorso esterno in associazione mafiosa”. Di Pietro, oltre a leggere alcuni atti processuali che riguardano Romano, ha chiesto all’Aula se “rispetto a indizi di questo genere debba valere per il Ministro quello che vale per gli amministratori provinciali e comunali” cioè lo scioglimento in caso di contiguità con associazioni mafiose.

“ Sta chiedendo un voto di scambio come in qualsiasi organizzazione criminale ”
Antonio Di Pietro
Le parole più dure sono arrivate alla fine del discorso quando ha apostrofato il Ministro come un “mammasantissima che violenta il Parlamento per farsi dare una fiducia dai quaquaraqua che si sono venduti per trenta denari”, facendo risentire l’onorevole Scilipoti che è voluto intervenire alla fine a titolo personale per rispondere. Per Di Pietro Romani “sta chiedendo un voto di scambio come in qualsiasi organizzazione criminale” e chi voterà contro la sua sfiducia sarà “complice politico e morale dei suoi comportamenti”. L’attacco finale, invece, Di Pietro lo ha riservato al Ministro dell’interno “che si vanta tutti i giorni della lotta alla mafia ma è un codardo che fugge e neanche si presenta alla discussione”.

Granata ha confermato che anche Fli avrebbe votato a favore della sfiducia, ricordando che Romani è stato uno dei pochi che a suo tempo ha votato contro il 41 bis. Granata ha fatto un appello a Romano affinché salvaguardi il prestigio delle istituzioni facendo un passo indietro. Infine rivolto agli ex alleati di AN gli ha chiesto “come fate a onorare la memoria di un uomo di destra come Borsellino che pronunciò dure parole contro quei politici che si erano venduti per viltà”.

Le parole di Granata hanno fatto infuriare Contento del Pdl, che ha detto di non accettare lezioni da nessuno, ma ha accusato i colleghi onorevoli di voler “destabilizzare il Parlamento con le dichiarazioni dei pentiti”. Contento si è scagliato contro “l’uso distorto dei pentiti che viene usato contro il Parlamento” e contro i “giudici come Woodcock che mandano gente in galera senza processo”. Infine a chi gli chiedeva di sfiduciare Berlusconi ha risposto “ai cechi non si può dare in mano la guida di un Paese”.

Non sono mancate nel corso della seduta le consuete note di colore, come l’intervento del leghista Fogliato che si è completamente disinteressato dell’argomento del giorno occupandosi nel suo discorso di agricoltura e alimentazione ricordando “noi siamo interessati alle cose serie e concrete”.

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