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La Camera ha respinto la sospensiva per la deputata no vax Cunial, potrà entrare solo con green pass

Il Consiglio di giurisdizione della Camera ha respinto la sospensiva per Sara Cunial. La deputa no vax dovrà presentare il green pass per entrare a Montecitorio. Intanto altri quattro senatori fanno ricorso contro la certificazione verde.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La deputata no vax Sara Cunial potrà entrare alla Camera solo con il green pass. A deciderlo è stato il Consiglio di giurisdizione, che non ha trovato nessuna urgenza di sospensione del provvedimento dei Questori che impone a tutti i deputati, e quindi anche a Cunial, di esibire il green pass all'ingresso. La notizia della sospensiva era arrivata esattamente una settimana fa, quando il presidente del Collegio d'appello della Camera, Andrea Colletti de L'Alternativa c'è, aveva accolto il ricorso, spiegando che "non si può non permettere a un parlamentare di rappresentare tutta una parte di elettorato per una motivazione che non ha un carattere chiaramente sanitario ma che rischia di averne uno più burocratico".

La deputata, però, è potuta entrare alla Camera solo per una settimana, perché ora è arrivata la bocciatura della sospensiva da parte del Consiglio di giurisdizione: "Il Consiglio ritiene che non vi siano ragioni d'urgenza per sospendere la decisione dei deputati Questori, del 12 ottobre scorso, di chiedere il green pass a tutti i deputati, oltre che ai dipendenti e a tutti coloro che accedono ai palazzi della Camera – si legge nel comunicato diffuso per giustificare la decisione – La decisione del Consiglio era stata anticipata da due decreti monocratici del Presidente Alberto Losacco, che risultano quindi oggi confermati. Uno dei due decreti – precisamente, quello che riguarda la posizione dell'on. Sara Cunial – era stato oggetto di una pronuncia del Presidente del Collegio d'appello della Camera, l'onorevole Andrea Colletti, che aveva invece sospeso l'obbligo di esibire il green pass per quella deputata. La decisione di oggi del Consiglio di giurisdizione rende inefficace quest'ultimo decreto". Nel resto del comunicato viene anche spiegato che sia la vaccinazione contro il Covid, sia il tampone, "costituiscono attualmente le uniche misure concrete che le Istituzioni possono porre in essere nel doveroso perseguimento della tutela della salute individuale e collettiva, garantita dall'articolo 32 della Costituzione".

Intanto al Senato sono arrivati i ricorsi di quattro senatori, presentati alla commissione contenziosa, contro l'obbligo di green pass. Si tratta di Laura Granato, Michele Giarrusso, Gianluigi Paragone e Carlo Martelli. Tutti e quattro attualmente nel Gruppo Misto. Secondo quanto appreso dall'Ansa da fonti interne alla commissione, però, i ricorsi sarebbero fuori tempo massimo perché sono scaduti i trenta giorni dall'entrata in vigore del provvedimento. Oltre a loro hanno presentato il ricorso anche 12 dipendenti di Palazzo Madama, ma allo stesso modo sarebbero fuori tempo massimo.

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