165 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

La Camera ha bocciato la proposta di legge Schlein sull’aumento dei fondi alla sanità pubblica

La riforma proposta dalla leader dem che prevedeva di aumentare i fondi per il Sistema sanitario nazionale, agganciandoli all’andamento del Pil, è stata bocciata alla Camera. Secondo la maggioranza, non c’erano adeguate coperture economiche. Insorgono i deputati del Pd, tra cui l’ex ministro Speranza, che dichiara: “È uno schiaffo a chi vuole rilanciare la sanità pubblica”.
A cura di Luca Capponi
165 CONDIVISIONI
Immagine

La proposta di legge Schlein sull'aumento dei fondi alla sanità pubblica è stata bocciata alla Camera. L'Aula di Montecitorio ha infatti approvato con 128 voti a favore e 78 contrari l'emendamento interamente soppressivo del principale articolo della pdl. I deputati del Pd, da parte loro, hanno usato toni durissimi, parlando di "vergogna" e di "schiaffo a chi vuole rilanciare la sanità pubblica" – quest'ultime sono le parole utilizzate dall'ex ministro della Sanità Roberto Speranza.

Nel consueto fuoco incrociato di dichiarazioni, non sono mancate le repliche dei parlamentari di maggioranza, per cui il provvedimento non si poteva approvare senza la sicurezza di avere le risorse necessarie a disposizione."Dal Partito Democratico arrivano accuse ridicole che superano il limite della decenza. La verità è che la proposta di legge Schlein per aumentare le risorse per la sanità non aveva le coperture finanziarie", ha commentato Matteo Rosso di Fratelli d'Italia.

In cosa consisteva la proposta di legge Schlein sulla sanità

La misura della segretaria del Pd Elly Schlein sulla sanità mirava ad agganciare nei prossimi anni il Fondo sanitario nazionale al 7,5% del Pil, in modo da adeguarlo alla media europea. Da subito, però, la maggioranza di governo si era dimostrata contraria a questa idea, denunciando che per questa riforma non ci fossero le adeguate coperture finanziarie. Per questo motivo le opposizioni hanno provato a modificare il testo. Dapprima un emendamento della deputata Pd Chiara Braga aveva proposto un rendimento graduale della percentuale di Pil nominale da prendere in considerazione: il 6,7 per cento per il 2025, il 7,3 per il 2027 e via via a salire, fino a raggiungere il 7,5 per cento fra cinque anni. Un'altra soluzione, suggerita dal deputato di Italia Viva Davide Faraone, prevedeva di rinviare a un'altra data gli aspetti più tecnici per l'attuazione di questa proposta, ma di fissare intanto l'impegno a una razionalizzazione e revisione della spesa pubblica per acquisti di beni e servizi.

Entrambe le soluzioni, però, sono state bocciate, poiché "non suscettibili di superare i profili problematici già rilevati dal punto di vista finanziario in relazione al testo del provvedimento". In altre parole, mancavano – secondo la maggioranza – le coperture economiche adeguate. Di conseguenza la Commissione ha approvato una serie di emendamenti che sopprimevano gli articoli della proposta, di fatto affossandola.

L'allarme della Corte dei conti: "Il nostro sistema sanitario è al collasso"

Sul tema delle risorse alla sanità pubblica è intervenuta anche la Corte dei conti, sottolineando la necessità di "investimenti non più rinviabili" per salvare il Ssn da "una profonda crisi sistemica". La magistratura contabile ha lanciato l'allarme soprattutto per quanto riguarda le lunghe liste di attesa e la fuga del personale sanitario.

Su questa denuncia della Corte dei Conti hanno fatto leva anche alcuni deputati dell'opposizione, infiammando ancor di più la contesa con la maggioranza. La deputata del Pd Sandra Zampa ha dichiarato: "Dalla Corte dei Conti vengono oggi indicazioni che non possono essere più trascurate dal governo. Non è più rinviabile investire sul Servizio sanitario nazionale, sulla sua organizzazione, sulle remunerazioni e sulla formazione del personale sanitario, sulle strutture. Come sappiamo dalle liste di attesa per esami, visite specialistiche e terapie e dalle condizioni dei pronto soccorso e di lavoro di medici e infermieri, è in gioco il diritto alla salute delle cittadine e dei cittadini".

Anche il capogruppo dem Marco Furfaro ha tirato in ballo la relazione della Corte dei conti e definito "una vergogna" la bocciatura della proposta di legge Schlein "che investiva risorse nella sanità e sbloccava le assunzioni. Evidentemente – ha concluso Furfaro – preferiscono e favoriscono la sanità privata e lo hanno dimostrato ancora una volta".

La risposta del governo: "È la stessa sinistra ad aver affossato la riforma"

"Non si approvano leggi senza copertura", è stata la replica del capogruppo di FdI Tommaso Foti che si è espresso contrariamente. "L'impegno del mio gruppo – ha poi proseguito – è quello di intervenire sulla sanità ma non con coperture incerte". Foti ha inoltre voluto rivendicare che il governo aveva già messo mano a dei provvedimenti sulle liste d'attesa. Poi una nuova stoccata: "Quella della Schlein – ha accusato – era ‘finanza creativa' buona per la campagna elettorale, ma ahimé del tutto inutile per risolvere i problemi che la proposta presentata affrontava".

Marta Schifone (Fdi), componente della commissione Affari sociali alla Camera ha alzato ancora di più il tiro: "La sinistra non sembra davvero conoscere la vergogna – ha dichiarato – prima di aggiungere -: Ma con che faccia accusa Fratelli d'Italia di aver voluto affossare la proposta di legge Schlein sulla sanità, quando è la stessa sinistra, con numerosi deputati assenti, a non essere stata presente al momento del voto in Aula? La matematica non è un'opinione: la maggioranza contava di 125 deputati, peccato, invece, che all'opposizione erano in 76. Se il Pd se la deve prendere con qualcuno guardi dunque in casa propria e ai suoi alleati".

165 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views