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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

La Camera dice no a riconoscimento diretto dello Stato di Palestina, bocciate mozioni dell’opposizione

Voto contrario della Camera ai testi di Pd, M5s e Alleanza Verdi-Sinistra che avrebbero impegnato il governo Meloni a riconoscere lo Stato di Palestina. Approvata la mozione di maggioranza, e in parte anche quelle di Azione e Italia viva, che invece seguono una linea più moderata.
A cura di Luca Pons
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Niente impegno per il governo Meloni a riconoscere direttamente lo Stato della Palestina, come fatto da altri Paesi europei tra cui Spagna, Norvegia e Irlanda. La Camera oggi ha discusso e votato diverse mozioni sul tema, ma alla fine il via libera è arrivato solo per quella della maggioranza, e in parte per quelle di Azione e Italia viva. Le mozioni approvate – che costituiscono un impegno non vincolante per il governo – chiedono sì di andare verso il "riconoscimento dello Stato di Palestina", ma sostenendo "nelle opportune sedi europee e internazionali" le "iniziative" necessarie, "nel quadro di una soluzione negoziata fondata sulla coesistenza di due Stati sovrani e democratici, che possano riconoscersi reciprocamente".

Cosa dicevano le mozioni approvate e quelle bocciate sulla Palestina

Insomma, la linea è quella già ribadita dal governo Meloni: l'Italia non riconoscerà autonomamente lo Stato di Palestina. La soluzione, al contrario, è di portare avanti trattative internazionali che passino – ad esempio – tramite l'Onu o direttamente da Israeleb. Stesso tenore per la mozione di Azione, che chiedeva di "adoperarsi affinché la Comunità internazionale si impegni a garantire" che si vada verso una "soluzione politica" del conflitto, finalizzata anche "all'obiettivo del riconoscimento dello Stato palestinese". Italia viva a sua volta ha chiesto di "perseguire con determinazione la soluzione ‘due popoli, due Stati', stabilendo tempistiche chiare e realistiche".

Il testo delle mozioni è disponibile per intero sul sito della Camera, e i punti toccati sono stati diversi – soprattutto sul conflitto in corso, le possibili soluzioni e la situazione umanitaria a Gaza. Ad esempio, la mozione della maggioranza ha chiesto al governo di "continuare a operare" per la "costante e continua fornitura di aiuti umanitari alla popolazione civile della Striscia di Gaza", e di "collaborare con gli altri partner internazionali per coordinare e promuovere iniziative per una pace negoziata e duratura".

I testi di Azione e Italia viva (di cui sono state respinte le premesse, ma approvati gli impegni), chiedono invece di contrastare Hamas, coinvolgere gli Stati arabi "nella gestione della transizione e della ricostruzione a Gaza". Ma anche di "ribadire nettamente la condanna degli atti di antisemitismo moltiplicatisi sia in Italia che nel mondo, che si sono fortemente intensificati successivamente agli attacchi del 7 ottobre 2023″.

Al contrario, nelle mozioni dell'opposizione si parlava in modo più esplicito del riconoscimento della Palestina. Il Pd chiedeva di "adottare tutte le iniziative necessarie volte a riconoscere la Palestina quale Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967 e con Gerusalemme quale capitale condivisa", sia a livello italiano che europeo. Il M5s aggiungeva la richiesta di smettere di vendere armi a Israele, e Alleanza Verdi-Sinistra anche di "prevedere sanzioni nei confronti del governo israeliano".

Governo chiede di non parlare di "catastrofe umanitaria" a Gaza, insorgono opposizioni

Durante la discussione, il deputato di Fratelli d'Italia Giangiacomo Calovini ha detto: "Ci preoccupa la scelta unilaterale di Spagna, Irlanda e Norvegia di promuovere il riconoscimento della Palestina senza un'espressione unanime delle istituzioni europee", perché questa scelta "indebolisce la stessa Unione". Per la Lega Paolo Formentini ha dichiarato: "Riconoscendo oggi lo stato di Palestina noi premieremmo Hamas, lo aiuteremmo a consolidarsi in quei territori" che "sono costretti ad un tremendo medioevo, senza quei diritti civili di cui si gode in Israele e in tutto l'Occidente". Deborah Bergamini (Forza Italia) ha aggiunto che il riconoscimento dello Stato di Palestina "per essere efficace e sostenibile non può che scaturire da un negoziato con Israele".

Un momento di polemica è sorto quando il governo ha chiesto di sostituire le parole "catastrofe umanitaria" nei testi di alcune mozioni (Pd, M5s e Avs) con le parole "crisi umanitaria", in riferimento a Gaza. Peppe Provenzano (Pd) ha protestato: "Non avete il coraggio di chiamarla catastrofe. E non lo è: è peggio, è una apocalisse". Provenzano ha contestato il "governo israeliano di estrema destra" che ha messo in atto "una rappresaglia atroce senza più limiti, conducendo una guerra non al terrore ma ad un intero popolo". Ribadendo che oltre al "diritto ad esistere di Israele, c'è un altro diritto, quello dei palestinesi ad avere un proprio Stato" e serve un "riconoscimento oggi".

Per il Movimento 5 stelle ha parlato Riccardo Ricciardi, primo firmatario della mozione: "Derubricare in una mozione la parola catastrofe a crisi è una vergogna! Cosa sono 39mila morti, cos'è sparare su gente in fila per il pane? A voi non frega nulla di quella gente!", ha detto, menzionando anche l'inchiesta di Fanpage su Gioventù nazionale: "Dei cantanti vanno a Sanremo e vengono definiti antisemiti, e poi scopriamo che gli antisemiti stanno nelle sedi giovanili di partiti di governo". Nicola Fratoianni, deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, ha attaccato: "Senza il riconoscimento dello Stato palestinese non esistono due Stati per due popoli" e il riconoscimento dello stato di Palestina "è un atto che il nostro governo può compiere oggi".

Azione e Italia viva hanno seguito una linea più vicina a quella della maggioranza, non chiedendo il riconoscimento diretto: Ettore Rosato, di Azione, ha detto no a "fughe in avanti", parlando di una "decisione europea" sulla questione e affermando che "i primi nemici della pace in Medio Oriente sono Hamas, Hezbollah, Iran che hanno la distruzione dello Stato di Israele come obiettivo politico". Davide Faraone (Italia viva) ha criticato le opposizioni: "È inaccettabile e incredibile che nelle mozioni di svariati gruppi parlamentari siano totalmente scomparsi il riferimento al 7 ottobre 2023 o una condanna chiara degli episodi di antisemitismo". Concludendo: "Non accettiamo la timidezza di molti gruppi parlamentari nel difendere il popolo d'Israele e gli ebrei in tutto il mondo".

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