La Camera conferma la fiducia al governo sul decreto Aiuti, votano sì anche i 5 Stelle
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La Camera ha rinnovato la fiducia al governo Draghi, con il voto favorevole di 410 deputati, mentre 49 hanno votato no. Molti gli assenti, tra cui parecchi parlamentari del Movimento 5 Stelle – e non è un caso – che hanno votato sì nonostante la situazione sia sembrata in bilico fino alla fine. L'incontro di ieri tra il presidente Draghi e il leader grillino Conte ha parzialmente calmato gli animi – con la lista di richieste del Movimento che resta sul tavolo di Palazzo Chigi – ma la fiducia sembra essere a tempo.
Conte stesso ha gelato tutti questa mattina: "Ok la fiducia al governo, vogliamo collaborare – ha detto a margine di un evento – Voteremo la fiducia alla Camera, al Senato vedremo". La minaccia del leader pentastellato – per niente velata – fa capire che non c'è nulla di risolto tra il suo partito e il governo: il problema, al di là del malessere politico manifestato dal Movimento, è che i parlamentari grillini avrebbero voluto modificare il decreto Aiuti. La fiducia chiesta dal governo ha fatto cadere tutti gli emendamenti, impedendo di fatto questo passaggio.
I tempi, in ogni caso, sono davvero strettissimi e si rischia di far scadere il provvedimento che va convertito in legge entro il 16 luglio. Perciò – dice il governo – è stata posta la questione di fiducia, anche se secondo il Movimento lo spazio per delle modifiche ci sarebbe stato. A questo punto il testo arriverà blindato al Senato: il prossimo passaggio è il voto finale alla Camera, che avverrà lunedì mattina, poi martedì 12 luglio il decreto approderà a Palazzo Madama.
Se il testo dovesse essere modificato al Senato dovrebbe ripassare poi per la Camera. Perciò quasi certamente il governo chiederà la fiducia anche ai senatori, ma, a differenza del regolamento di Montecitorio, a Palazzo Madama non è possibile spacchettare fiducia e voto finale sul provvedimento. Questo – per dire – permetterà ai parlamentari del Movimento 5 Stelle di astenersi eventualmente lunedì o di votare direttamente contro al provvedimento senza però votare no alla fiducia. Al Senato non è possibile, si vota insieme la fiducia e l'ok al provvedimento. E, come dice Conte, vedremo cosa succederà.